Non si placano le polemiche relative ai filtri applicati da alcuni provider al traffico P2P degli utenti DSL. In estrema sintesi, il provider riconosce quali pacchetti sono relativi al peer to peer (applicativo “succhiabanda” per eccellenza) e li filtra.
Se ne parla da mesi, da quando Libero ammise di utilizzare i filtri messi a disposizione dalla tecnologia Cisco. Da qualche settimane, le FAQ di Libero.it riportano tra le righe la seguente informazione: “Libero applica una policy per il corretto utilizzo della banda larga (“fair use”) allo scopo di migliorare la qualità media del servizio a vantaggio di tutti i Clienti. Una politica che privilegia il traffico “conversazionale” (navigazione, posta, VoIP…) rispetto a quello generato da software di file sharing: ma solo negli orari di punta, solo se necessario e solo per le ADSL che non sono su rete di Libero”.
Da incorniciare la frase “corretto utilizzo della banda larga”: corretto???? Chi decide cosa è corretto per l’utente? Il provider che diventa arbitro e giocatore? In base a che principi? Quali sono i servizi “corretti” e quali quelli “del demonio”?
Tre le affermazioni “forti” di Libero: l’intervento sui pacchetti avviene
– solo in ore di punta
– solo se necessario
– solo per le ADSL che non sono su rete Libero.
A leggere le lamentele degli utenti, la limitazione all’uso di programmi P2P avviene:
– in qualsiasi orario
– sempre e comunque
– per tutti i clienti, anche quelli in ULL.
(A dirla tutta, Libero non è il solo a usare tali tecniche: tra i provider che lo ammettono, anche Fastweb. Leggere per credere.)
Il dibattito è più che mai aperto. Libero (e gli altri ISP) ha il diritto di fare traffic shaping per privilegiare alcune tipologie di servizi e bloccarne di fatto altri? Contrattualmente, sì. A livello di trasparenza, il minimo che gli ISP dovrebbero fare è informare gli utenti. In modo chiaro, senza giri di parole ed evitando di pubblicizzare servizi che necessitano di banda larga quando poi non sono in grado di offrire determinate velocità.
Il rischio è enorme: il provider decide cosa può passare sulla propria rete e cosa deve essere filtrato, quali servizi fanno parte del gruppo “corretto uso della banda larga” e quali vanno bloccati. Vogliamo scommettere? I servizi che portano soldi extra (IPTV, video on demand, download di canzoni MP3 pagate al music store di Libero, …) sono “corretto uso della banda larga”, tutto il resto può essere filtrato.
Un Web che sinceramente non mi piace, una Rete controllata da coloro che dovrebbero semplicemente essere i fornitori di accesso alla Rete stessa. Invece no, gli ISP orienteranno con la scusa della “qualità del servizio” il mercato, spingendolo verso gli applicativi ed i servizi a pagamento. Adesso è il P2P, domani sarà il VoIP. In fin dei conti, Libero et alia potranno sempre sostenere che anche la telefonia via Internet non fa parte del “corretto uso della banda larga”.
Allora chiediamolo in migliaia ai provider: che elenchino pubblicamente quali servizi sono “corretto uso della banda larga” e quali no. Il gioco sarà duro, ma almeno giocheremo a carte scoperte.
by Anonymous
20 Feb 2006 at 13:05
Complimenti, molto ben scritto e centrato.
Condivido in pieno, l’analisi.
Arnaldo
Tuttoincluso, Bologna
by Massimo Cavazzini
20 Feb 2006 at 13:18
Bene 🙂
Bisognerebbe condividerla in migliaia e trovare il modo più efficace per farla arrivare alle orecchie di Autorità e compagnia bella…
by caravaggio
20 Feb 2006 at 20:20
mi piacerebbe vedere la pubblicità di Libero o Valentino Rossi che quando parlano di velocità stratosferiche ci dicono chiaro e tondo che il servizio offerto è un servizio monco. mi chiedo quanta gente recederebbe dal contratto o eviterebbe l’adsl. hanno il coraggio di parlare di “band shaping” (termine che è un insulto all’intelligenza di un consumatore madrelingua italiano) quando promettono 4-6 Mbps. ma per fare una chiacchierata su skype o per leggere un’email o per aprire qualche paginetta web, ci servono forse 400-800 K/sec? oppure, come al solito, siamo di fronte ad offerte pubblicitarie taroccate che promettono tanto e mantengono poco e a clausolette da guardare con la lente di ingrandimento che la mettono inesorabilmente sempre in quel posto a noi poveri consumatori?
ed hanno il coraggio di chiamarla banda larga
by Massimo Cavazzini
20 Feb 2006 at 20:35
A me basterebbe veder pubblicizzata la velocità reale… altro che i 20 Mbps (telecom dal 9 marzo) o i 50 Mbps (l’ad di telecom Italia su Repubblica di oggi li promette entro il 2007) che sbandierano!
by caravaggio
21 Feb 2006 at 00:52
io spero che l’autorità garante si svegli e che le associazioni dei consumatori si facciano valere obbligando quantomeno tali società a non trasmettere pubblicità ingannevoli. se l’utilizzo del P2P è limitato dovrebbe essere obbligatoriamente menzionato a grandi lettere nel contratto e nella pubblicità. scommetto che a quel punto il P2P non sarebbe piu una bestemmia di fronte alla paura di perdere migliaia di utenti e le aziende farebbero a gara nell’offrire banda. invece cosi, nel silenzio del garante, le aziende tlc staccano succosi dividendi sulla pelle degli ignari consumatori.
by Anonymous
27 Feb 2006 at 12:22
Complimenti per l’articolo..tanto per la cronaca sono un povero utente libero adsl 4 mega staccato da telecom e quindi a quanto dicono loro immune agli effetti dei loro filtri…c’è bisogno di dire che è tutta una buffonata?..
Se volte raccogliere le vostre testimonianze esiste un sito creato apposta..magari lo conoscete già xò.. http://www.comitatodiprotesta.org
Bye
by Massimo Cavazzini
27 Feb 2006 at 12:38
Grazie per il link. Ti segnalo anche l’offerta telecom italia ai clienti ULL di qualsiasi operatore per rientrare gratuitamente…
by Arch. GIUSEPPE PETITO
15 Mar 2006 at 16:53
All’assistenza tecnica di LIBRO INFOSTRADA..
DOPO SVARIATI TENTATIVI DI CONTATTARE TELEFONICAMENTE QUEGLI SVENTURATI DEGLI OPERATORI DELLA INFOSTRADA (CHE TRALATRO TI ATTACCANO ANCHE IL TELEFONO IN FACCIA DOPO ORE DI ATTESA)..
MI SONO SPAZIENTITO E HO ed chiesto assistenza on line..fingendo di avere dei problemi di ”Abusi e sicurezza in rete”
mi hanno subito risposto
e volevano conoscere la marca e il modello del mio modem
ecco COME RISPOSTO LORO:
Non ritengo sia necessario fornirvi indicazioni circa il mio modem..dato che fino a Gennaio scorso ha funzionato alla perfezione..ma siete voi che dovreste darmi delle spiegazioni circa i filtri ai software P2p che avete installato sui vostri provvider… da quando li avete attivati infatti la connessione è vertiginosamente scesa a 7Kb/s .anche per il traffico base. è una vergogna!..quando poi ho sottoscritto con voi un contratto ADSL a 4MB..FLAT!.
Esigo Subito delle Spiegazioni circa i tempi e le durate di attivazione di questi filtri,altrimenti ricorrerò per vie legali..non appena avrò il tempo per farlo. Unendomi a quanti altri si trovano nella stessa situazione.
E’ nel vostro interesse ,come azienda operante nel sistema delle telecomunicazioni. adottare una politica seria ,nei confronti dei clienti, anziché ricorrere a espedienti da straccioni per rubare 20 Euro al Mese agli abbonati.
Ammettete le vostre colpe e rendeteci partecipi dei vostri problemi.
Diversamente non Credo che Farete molta Strada come Azienda..
Tutto si basa sulla Fiducia del Cliente e Se questa viene a mancare, AMICI MIEI…SARANNO C…. Amari per Voi.
Cordiali Saluti
Arch. Giuseppe Petito
by Massimo Cavazzini
15 Mar 2006 at 17:14
Giuseppe, immagino che dopo quella mail non ti abbiano più risposto 🙂
by Anonymous
24 Mar 2006 at 14:37
D’accordo su tutto quello che hai scritto, tranne che su quel “contrattualmente sì” in grassetto. Occorre ricordare che anche gli “usi” sono fonte di obbligazione (art. 1374 c.c.). Senza contare che se davvero fosse “contrattualmente sì” non si spiegherebbe perchè Libero abbia dapprima negato testardamente l’evidenza e successivamente, messo con le spalle al muro, abbia dovuto dovuto pubblicare un comunicato che travisa palesemente il reale stato delle cose.
by Massimo Cavazzini
24 Mar 2006 at 15:01
Non sono un avvocato, ma mi pare di ricordare che gli usi sono fonte di obbligazione solo se depositati presso la locale camera di commercio e solo se non ci sono norme “superiori” che regolano la materia (una legge o un articolo contrattuale). Sbaglio?
Quanto al comportamento di Libero che prima ha negato poi ha pubblicato una mezza ammissione, probabilmente è inquadrabile nella strategia di marketing. I filtri non fanno vendere, ma molti ISP li usano. Essere l’unico provider a pubblicizzare la cosa può portare (potrebbe, ha portato, porterà) disdette e fughe di clienti.
by Anonymous
12 Ago 2006 at 15:10
Il prossimo passo sarà di “filtare” le VERE notizie e informazioni, come succede in Cina…
Allora si che saranno cavoli per diabetici..
Ovvero caxxi amari!
by Anonymous
09 Nov 2006 at 17:23
SU QUESTO LINK LA MIA PETIZIONE CONTRO INFOSTRADA…..FATE GIRARE PIU’ CHE POTETE
http://www.petitiononline.com/infostra/petition.html
by Anonymous
20 Ago 2007 at 19:22
Sono pienamente d’accordo con il tuo articolo!!
Io ho Tele2, fino al mese scorso nessun problema e ottime velocità, ultimamente non supero i 10 kb/s con il mulo, mentre scaricando ad esempio da ftp vado tranquillamente sopra i 400 kb/s, sono incavolato nero!!
Adesso voglio cambiare provider, ma non so quali siano quelli che non usano i filtri.
Se qualcuno non ne fa uso potrebbe farlo diventare il suo cavallo di battaglia!
Visto che il buon Bersani si da alla “Liberalizzazione e trasparenza”, potrebbe fare un bel decreto che imponga la trasparenza reale anche su questo fatto!