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Pensavo di non affrontare l’argomento, ma alla quinta mail-passaparola-catena di San Antonio di oggi mi sono detto che forse è il caso di scrivere due righe 🙂

Il tutto nasce da una lettera che un utente italiano ha inviato all’Unione Europea per lamentarsi dei costi di ricarica, definendoli “una cosa che accade solo in Italia mentre in tutti gli altri paesi europei si paga ciò che si consuma”. Abituati all’inerzia della PA italiana, non deve essere sembrato vero all’utente italiano di trovare nella mailbox una risposta dell’Unione Europea.

Un risposta in cui l’UE scrive: “La Commissione la ringrazia per averci fornito tali dati che sono considerati utili per lo svolgimento delle proprie attività, con particolare riguardo a quella di monitoraggio dello sviluppo della concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni, anche al fine di assicurare e proteggere gli interessi dei consumatori. A tal fine, mi preme sottolinearLe che la Direzione generale della Concorrenza della Commissione europea tiene nella massima considerazione quanto da Lei indicato ed ha provveduto a prendere contatto con le Autorità italiane al fine di ottenere ulteriori informazioni su quanto da Lei denunciato. “

E’ stata messa on line una petizione “per l’abolizione dei costi di ricarica”, passata da 10 a quasi 40mila firme grazie anche alla pubblicità fatta dal blog di Beppe Grillo e da alcuni articoli (qui Bonacina per Punto Informatico).

Sul fatto che pagare un costo di ricarica ogni volta possa dare fastidio non posso dire nulla, anche a me dà fastidio pagare ogni mese la tassa di concessione governativa.
Va però detto che:

esiste un gestore, Wind, esistono due gestori (Wind e 3), che non fanno pagare costi di ricarica (oltre i 60 euro per Wind e 90 per 3). Non li faceva pagare anche sui tagli piccoli, così come non li faceva pagare la scomparsa Blu sulle ricariche via Bancomat: se i 50 e rotti milioni di utenti con sim ricaricabile odiano il costo di ricarica, cosa aspettano a premiare i gestori che non lo applicano? Basta una MNP…

– il costo di ricarica esiste anche in altri Paesi europei, magari sotto altri nomi o con altre forme. Se in Italia i gestori vendessero (che so, 50 euro come costo di set-up e solo 10 euro di credito) le sim ricaricabili anziché regalarle nel sacchetto delle patatine, cambierebbe qualcosa?

– All’estero il 50% degli utenti ha un abbonamento, in Italia siamo all’8% (vero, c’è la TCG ad influire, ma per chi usa mediamente il cellulare la spesa è simile). Forse gi italiani amano dare i soldi in anticipo e pagare i costi di ricarica…

– Conosco persone che ricaricano 20-30 euro ogni mese, versando puntualmente l’obolo: non potrebbero ricaricare 100 euro ogni 3 mesi abbassando l’incidenza percentuale del costo di ricarica?

– Il costo di ricarica è comunque lo si voglia vedere il prezzo di un servizio: il tabaccaio sotto casa offre un servizio e va remunerato, chi distribuisce le ricariche va remunerato, chi le stampa va remunerato. Cosa cambierebbe se non ci fossero costi e le chiamate costassero 3cent/min in più? Oppure se si potesse ricaricare solo via Web pagando con carta di credito? Oppure se il credito ricaricato durasse due mesi anziché 12? La comodità si paga…

Veniamo poi al vaporware contenuto nella famosa mail-catena di S.Antonio. Cito testualmente:
“In questi giorni è passata sotto esame alla Commissione Europea la richiesta di abolizione dei costi di ricarica per le schede cellulari (i famosi 5 euro sui 30 che paghiamo) presentata da un comune cittadino italiano. Questo fenomeno è tutto italiano, negli altri paesidel mondo il credito telefonico corrisponde a quello che si ha pagatoper la ricarica! La notizia che la C.E. si stia mobilitando (e ha già preso contatticon l’Authority italiana) ci rinfranca moltissimo, ed è un segnale chiaro e pulito del fatto che qualcosa può cambiare. Per questo riporto qui sotto un link nel quale si può firmare (online) la petizione per l’abolizione dei suddetti costi di ricarica. Bisogna arrivare a quota 50000 firme… siamo solo a 25000!”

Il sig. D’Ambra poi dichiara a PI: “È una ottima notizia quella che ci arriva da Bruxelles. La Commissione ci ha garantito che farà di tutto per risolvere quest’anomalia e si è adoperata in tal senso, un bel passo avanti verso l’abolizione di quest’assurdità che esiste solo in Italia”.

Dunque, dunque….
– il costo di ricarica esiste anche all’estero (magari sotto altri nomi o forme)
– l’Unione Europa non si è mobilitata, semplicemente come sempre accade se un cittadino scrive, l’UE risponde con una lettera di cortesia personalizzata (a me è capitato diverse volte di riceere “Grazie chiederemo maggiori info alle Autorità italiane ecc ecc)
– l’UE conosce a memoria il sistema italiano, non c’è bisogno che un cittadino segnali che in Italia si paghi il costo di ricarica 🙂
– non ho letto di “mobilitazioni dell’UE” contro i costi di ricarica
– petition on line è uno strumento carino, ma assolutamente inaffidabile perchè se volendo è possibile votare 10000 volte con dati inventati.

Qualcuno ha parlato di intervento dell’Antitrust europeo per eliminare il costo di ricarica: perchè accada, bisognerebbe dimostrare che esiste un cartello. Possibile, ma non facile, considerando la presenza di offerte (ricariche power e simili), costi di ricarica assenti (Wind per tagli medio-alti), incidenza dei costi di ricarica diversa a seconda dei gestori (pagare 5 euro su 25 o 5 su 30 è diverso).

E adesso, per favore, fate un abbonamento ed evitate di intasarmi la mailbox :-)))

Addenda et corrigenda:
– i più pignoli mi fanno notare che, a proposito di ricariche Wind senza costi, invece di “cinquantina di euro” dovrei scrivere 60 euro.
– Effendi corregge ulteriormente la questione delle ricariche Blu senza costi: si pagavano comprando la ricaricabile sotto casa, erano gratis utilizzando il Bancomat