Il promesso pugno duro dell’Unione Europea sulle tariffe di roaming si è trasformato in un buffetto. Per dirla alla Celentano insomma, da un pugno chiuso una carezza nascerà na na na naaaa.
Viviane Reding, che da mesi promette tagli drastici ai prezzi delle telefonate e del traffico dati in roaming, non ce l’ha fatta a mantenere ciò che aveva promesso. La potente lobby degli operatori di telefonia mobile (in testa i grandi gruppi europei) ha vinto: niente sconti per questa estate (altro che tagli del 50!), forse qualche sconto per l’estate prossima.
Oggi dovrebbe essere formalizzato a Bruxelles l’accordo: entro tre mesi i gestori dovranno rivedere le proprie tariffe, con un ricarico massimo per il prezzo finale del 30% rispetto alle tariffe all’ingrosso.
Non è chiaro però se il taglio riguarderà anche le tariffe all’ingrosso: se non sarà così, il prezzo per il consumatore finale rimarrà comunque elevato, perchè basterà ai gestori mantenere elevato il prezzo wholesale per assicurarsi un prezzo retail altissimo.
In questa ottica, ha allora senso la richiesta del Gruppo 3, che aveva proposto un deciso taglio dei prezzi all’ingrosso chiedendo che si fissasse un limite di 25 cent/min per le tariffe wholesale di roaming (ovviamente questo prezzo è applicabile se i gestori che hanno la maggior parte delle reti accettano, gli operatori più piccoli da soli non possono imporre alcunchè).
Applicando il ricarico del 30% proposto dall’UE, il consumatore non avrebbe pagato più di 32,5 cent/min, un prezzo tutto sommato accettabile. Ma evidentemente il pugno della Reding non è così saldo…
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