Nielsen ha rivelato ieri quanto è stato speso in pubblicità nel primo semestre 2006: 4,735 miliardi di euro, il 4% in più rispetto allo scorso anno.
La parte del leone la fa, come di consueto, la televisione: 2,685 miliardi (in crescita dell’1,7%), cioè il 57% del totale. Il 33% degli investimenti (1,583 miliardi) arriva alla stampa, ma ovviamente gran parte di questa cifra (935 milioni) va ai quotidiani mentre al resto delle testate restano le briciole.
Il 90% della pubblicità va in Tv e stampa (o meglio, come visto, in quotidiani): resta ben poco agli altri media. Radio 233,8 milioni, affissioni 106, cinema 34,6, Internet 93. Briciole, appunto. Spesso nemmeno correlate all’effettiva audience del medium: il Web attrae investimenti pubblicitari per 93 milioni, ma probabilmente in alcuni segmenti di mercato ha un pubblico di gran lunga superiore alla carta stampata.
Non è un caso se, al di là delle cifre nude e crude, si evidenzino due tendenze interessanti su base annua (Q1 2006 rispetto a Q1 2005): il calo del 10% del cinema e la crescita del 53% del Web.
Non soprendono invece i top spender: irraggiungibile Unilever, con tutti i marchi ad essa collegati. Seconda la Ferrero, terza Vodafone, quinta Wind che supera Tim, al settimo posto. Le auto occupano la quarta piazza con Fiat e l’ottava con Autogerma (Volkswagen, Skoda, Audi, ecc). Insomma, la pubblicità è tutto un lavacucistiratelefonaguida…
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