Le voci sono state confermate. Google ha comprato per 1650 milioni (o, se preferite, 1,65 miliardi) di dollari YouTube.
MOUNTAIN VIEW, Calif., October 9, 2006 – Google Inc. (NASDAQ: GOOG) announced today that it has agreed to acquire YouTube, the consumer media company for people to watch and share original videos through a Web experience, for $1.65 billion in a stock-for-stock transaction. Following the acquisition, YouTube will operate independently to preserve its successful brand and passionate community.
L’operazione GooTube, com’è stata subito ribattezzata, è stock su stock, niente dollaroni fruscianti. E all’annuncio della vendita, le azioni della società di Mountain View sono schizzate verso l’alto, fino a far superare i 2 miliardi di dollari di capitalizzazione. Insomma, è bastato l’annuncio per ripagare (o quasi, visto il guadagno immediato di 400 milioni) l’acquisto.
Secondo Forbes, i problemi per Google sono due: il primo è l’accordo con MySpace, per certi versi simile a YouTube nell’approccio al business.
YouTube and MySpace are both after the same thing–pulling together communities of users and getting them to post content. Are they on a collision course? Seems likely.
Il secondo riguarda l’aspetto tecnico-legale, che terrà molto impegnati legali ed ingegneri per parecchi mesi.
The other problem that may be coming is the likelihood that YouTube is going to keep Google’s lawyers and engineers very busy trying to keep copyrighted material off the site or fighting with copyright holders. Again, despite many promises that all of this is going to get worked out, the problems–both legal and technical–are substantial. And thus far, no one has any real answers.
Finchè si resta nel garage sotto casa, chi detiene i diritti sui contenuti pubblicati chiude un occhio. Quando l’affare s’ingrossa e iniziano a girare i bigliettoni verdi, gli occhi – delle major soprattutto – si aprono velocemente. E’ successo con gli Mp3, succederà con gli altri contenuti.
BusinessWeek spiega che YouTube remains a good fit, but it will have to keep its new parent free of costly copyright infringement lawsuits. L’abitudine di rimuovere materiale protetto da copyright solo dopo aver ricevuto “alerts” potrebbe insomma non bastare, Google dovrà escogitare qualche meccanismo proattivo per tutelarsi dalle cause legali.
Il futuro di YouTube è quello dell’autoproduzione dei contenuti: in fin dei conti, i video più popolari sono quelli che mostrano improbabili ciccioni che ballano seminudi sulla scrivania, esperimenti casalinghi con la Diet Coke e le Mentos, provetti chitarristi alle prese con il giro più complicato e novelli motociclisti che si schiantano dopo aver tentano manovre impossibili…
Ultimi commenti: