Da un post divertente di Stefano nasce un interessante post sugli scenari possibili per la Tv via Web.
Premessa: le figlie volevano vedere le Winx, lui l’Inter e alla fine tutto si è risolto grazie alla registrazione su hard disk del primo tempo della partita. Mi ha colpito però ciò che Stefano aggiunge tra i commenti.
La cosa straordinaria e’ che per le mie figlie il concetto di palinsesto non esiste. Per loro e’ ovvio che in TV si guarda cio’ che si vuole, dove si vuole, quando si vuole (e soprattutto si butta la pubblicita’).
In due frasi, il riassunto di uno dei possibili scenari (o meglio, uno degli sviluppi a breve) per chi opera business televisivo. Si registrano i contenuti Tv su hard disk, si riguardano quando, come e dove si vuole. Anche in remoto, grazie ad applicativi come Slingbox (e ad una connessione a banda larga). Intanto si registrano altri contenuti, si saltano i break pubblicitari, insomma si “pesca” dal palinsesto dei canali Tv classici per costruirsi il proprio palinsesto. Molti l’hanno capito e realizzato – vedi Qoob – e molti ci stanno lavorando (sul modello di YouTube).
Il modello regge? Indubbiamente la possibilità per l’utente di saltare la pubblicità non piace ai manager della Tv generalista, che di pubblicità vivono. Interessa marginalmente i manager delle pay-tv, che a livello di affollamenti pubblicitari viaggiano abbondantemente sotto il 5% perchè vivono di canoni.
A livello di diritti, finchè il contenuto rimane sulla Tv di casa non dovrebbero esserci grossi problemi: come mi registro la partita su videocassetta, me la registro su hard disk. Eppure il “problema” è dietro l’angolo: la videocassetta la posso passare, al limite, al vicino di casa. Il contenuto digitalizzato lo posso condividere con chi voglio, anche a km e km di distanza (Coolstreaming docet).
La “digitalizzazione” dei videoregistratori (chiamateli Pvr, TiVo o come vi piace) apre una nuova “area” di discussione sul tema dei diritti. Il passo succesivo sarà – o meglio è: UK già partita, Italia in Q1 2007 – discutere dei diritti in mobilità: se il cellulare dà la banda larga mobile a 1,8-3,6 Mbps, scaricare o vedere in streaming un contenuto registrato sul Pvr casalingo non sarà più un grosso problema. Lo è per chi detiene i diritti: te li vendo per la trasmissione tv, te li vendo ad un costo superiore se li vuoi anche wireless. Il Pvr accessibile in remoto by-passa il detentore dei diritti, che certamente avrà qualcosa da dire…
Terzo tema interessante la differenza tra broadcast e on demand. Il Pvr prende contenuti broadcast e li riassembla secondo i gusti dell’utente: questo vuol dire che la trasmissione broadcast non sarà uccisa dal modello on demand (e dall’IPTv), ci saranno sempre alcuni contenuti che hanno un pubblico così vasto da non poter essere trasmessi via rete (per limiti sulla capacità trasmissiva della rete stessa, ovviamente).
Con sole tre variabili (pubblicità, diritti, tecnologia) le combinazioni possibili sono parecchie: se ci aggiungiamo prezzi, qualità, bacino di utenza, ecc ecc, le possibili soluzioni (ovvero i potenziali scenari) diventano parecchi.
PS: chi volesse seguire le orme di Stefano si prepari di pazienza (acquistare e configurare il tutto non è mai banale). Stefano usa diversi settopbox: Topfield PVR 3000 per il SAT, ADB 5100TX per il DTT e Xbox con XboxMediaCenter per Internet. Aggiungete un lettore DVD, un NAS Landrive da 250GB configurato con radio, Tv, Google Video, Youtube, CNN, RSS reader, siti Web di informazione vari, condite con un collegamento a banda larga e ce l’avrete quasi fatta.
Non vi siete persi? Ecco la chicca finale:
Settopbox Neuros, che e’ commercializzato solo in USA e Anna gentilmente si é prestata a triangolarmelo (avevo anche considerato il Lamabox, ma aspetto a vedere i NAS con Bittorrent).
Buona Tv a tutti!
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