Alex titola il suo post “Orrore e spavento“, dopo aver letto il documento dell’Unione Europea che certifica la situazione della banda larga italiana (pag.75):
La penetrazione banda larga in Italia è addirittura la metà rispetto alla media dei 27 Paesi europei (14 contro il 28 per cento). Si sapeva che eravamo in ritardo, ma fino all’anno scorso sembrava un piccolo gap. Adesso è aumetnato. Persino, cresciamo più lenti degli altri: +3 per cento di penetrazione banda larga, quando Germania e Francia sono al +6 e Regno Unito al +9.
Ovviamente questo significa che gli accessi a banda stretta (i vecchi modem analogici, ad esempioo) in Italia sono ancora assai diffusi: 17%, contro una media europea del 12%. Significa che ci sono più persone che si connettono in banda stretta di quelle che si connettono in banda larga (17% Vs 14%), mentre in media il rapporto è a vantaggio della banda larga (media UE: 28% contro 12%). In altre parole, per ogni europeo che si connette in banda stretta ci sono almeno 2,5 europei connessi a banda larga, mentre in Italia il rapporto è circa 1:1. Dove accade oltre che in Italia? Irlanda, Cipro e Grecia…
Perchè accade? Secondo Alex Longo:
non credo sia tanto un problema di alfabetizzazione o di interesse, quanto di digital divide. Bassa copertura Adsl, per sfiga orografica, e connessioni wireless che solo da pochi mesi stanno cominciando a decollare, come alternativa. La colpa è politica, lobbistica. Il WiFi e l’Hiperlan in funzione di surrogati Adsl sono stati concessi agli italiani, dalle norme, solo di recente e il WiMax manca solo da noi in Europa. Distrazione dei politici su questi temi o voglia di proteggere gli interessi degli operatori nazionali? Temo un misto di entrambe le cose.
Io credo che solo in parte la bassa diffusione dell’ADSL sia legata al digital divide. L’aspetto della scarsa alfabetizzazione non va sottovalutato. Dal Corriere.it, aprile 2004, Riccardo Ruggiero:
Domanda:In Italia «banda larga» significa soprattutto adsl. La fibra ottica è molto meno utilizzata. Ma, secondo alcuni studi, la diffusione dell’adsl è ancora inferiore a quella che si registra negli altri grandi Paesi europei.
Risposta: «Non è vero. Rispetto al numero totale delle linee telefoniche esistenti la penetrazione dell’adsl oggi è pari al 20%. Un bel salto rispetto all’8% di fine 2003. E per fine 2007 contiamo di arrivare al 43%. Già oggi, comunque, siamo secondi solo alla Francia, che ha un tasso del 23%. Abbiamo superato anche la Germania».
Sempre secondo l’amministratore delegato di Telecom Italia Ruggiero, ”oggi la penetrazione degli accessi alla banda larga raggiunge il 34% delle linee telefoniche italiane, ma secondo le previsioni tra il 2007 e il 2008 arriveremo al 50%, e nel 2010 al 70%”. (da Telcoeye, gennaio 2007).
C’è qualcosa che non torna quindi…
Secondo i dati dell’Eurobarometro, il 31% degli italiani si connette ad Internet. Si presuppone dunque si tratti di utenti “alfabetizzati”. Di questo 31%, il 14% si connette a banda larga, il 17% usa un modem analogico (più lento, più caro, più…): si può ipotizzare quindi che non abbia sottoscritto un contratto ADSL perchè la linea telefonica non supporta la tecnologia.
Eppure il 34% delle linee telefoniche italiane, dice Ruggiero, supporta ADSL, quindi ad occhio il 31% degli italiani “alfabetizzati” dovrebbero usufruire di una connessione ADSL, a meno di non voler supporre che gli alfabetizzati siano digital divisi e gli “analfabeti di Internet” abbiano sotto casa la fibra ottica. Possibile che il 17% degli italiani sia masochista e scelga la banda stretta per connettersi al Web anche se quella larga è disponibile? No, non è possibile…
I dati allora nascondo qualcosa: in primo luogo solo un terzo degli italiani si collega al Web, a me sembra un numero basso perchè significa che il 70% non usa Internet. In primis, quindi, scarsa alfabetizzazione.
Il Digital Divide è un problema, ovvio, ma a mio parere non è la prima causa della scarsa diffusione della banda larga: come visto, un terzo degli italiani è raggiunto dalla banda larga e un terzo degli italiani naviga sul Web, ma addirittura un sesto lo fa a banda stretta. E’ evidente che non possono essere tutti digital divisi, dunque si tratta almeno in parte di “cultura” (ho la possibilità di avere ADSL ma uso il modem) e mancanza di alfabetizzazione. Oggi una connessione a banda larga HSDPA a 1,8/3,6 Mbps è disponibile per il 60-70% della popolazione italiana, costa circa 20 euro al mese e soddisfa più che abbondantemente l’utilizzo dell’utente medio (navigare+leggere la posta= qualche centinaio di MB al mese) con un limite di qualche GB al mese. Spesso la banda larga mobile – che ha costi simili a quella fissa – arriva anche dove le ADSL non sono disponibili: il fatto che solo il 14% navighi in banda larga dimostra che non è un problema di disponibilità, ma di “cultura informatica”.
Per questo sono d’accordo solo in parte con Longo quando scrive che “La colpa (della scarsa diffusione della banda larga in Italia, ndr) è politica, lobbistica. Il WiFi e l’Hiperlan in funzione di surrogati Adsl sono stati concessi agli italiani, dalle norme, solo di recente e il WiMax manca solo da noi in Europa”.
by MFP
03 Mag 2007 at 17:56
Come hai ragione Max… dall’epoca della tua procedura anti-spam, ci siamo sempre trovati in sintonia.
A settembre scorso su PI scrivevo: “Inoltre l’abbattimento dei costi di connettività permetterebbe di superare tutte le dimensioni del digital divide (assenza infrastrutturale, ignoranza e reddito insufficiente), aumentando i benefici economici a medio e lungo termine, invece di limitarsi al solo problema dell’assenza di infrastrutture sul territorio.” ( http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1651568 )
E’ assurdo riempirsi la bocca dell’abbattere il digital divide quando poi nei fatti si va soltanto a spartire le risorse esistenti tra pochi (soliti) gruppi di potere. I politici fanno solo questo; non risolvono i problemi, ma spartiscono le risorse. Lo hanno sempre fatto… da sempre… e lo stanno facendo anche oggi! A Milano vogliono fare la rete WiFi in tutta la città… nel 2015 sarà pronta… nel 2015 con qualche migliaio di hotspot ci possiamo anche pulire… ehm… vabbè…
E tutto questo in nome di cosa? Dell’ottimo paretiano e del liberismo economico… che vari premi nobel dimostrano essere invece proprio quella cosa che porta ai paradossi a cui assistiamo. Assurdo.