Bollette pazze per colpa della suoneria gratis (la prima, che si ‘porta’ dietro un abbonamento automatico)? L’UE indaga.
La Stampa:
Fra il 2 e il 6 giugno sono stati scandagliati dall’Unione Europea 558 siti Internet europei specializzati nell’offerta di suonerie per cellulari, in 466 casi c’erano gli estremi per avere dubbi sulla liceità del contesto. Il 29 per cento dei ricavi (691 milioni del 2007) realizzati con la vendita dei «contenuti» per i 495 milioni di telefoni circolanti nel Vecchio Continente deriva proprio dai «ringtones». Secondo il rapporto l’83 per cento dei siti è stato trovato in condizioni tali da richiedere un approfondimento di inchiesta. La metà delle pagine ha messo in evidenza una ridotta, se non inesistente, trasparenza dei listini; non era segnalato che i prezzi fossero al netto delle tasse, che era necessario un abbonamento e quanto questo fosse destinato a durare. Due siti su tre, invece, non consentivano di risalire agevolmente al responsabile; i numeri e gli indirizzi di contatto erano insufficienti in 399 casi su 558; in un caso su cinque era addirittura impossibile avere ogni sorta di dettaglio sul venditore. «Sia chiaro che è un reato», precisano a Bruxelles. Il risultato della procedura coordinata di inchiesta è che i «trader» sospetti saranno contattati dalle autorità nazionali che chiederanno loro di chiarificare o correggere le questioni dubbie e fuorilegge. Se non lo faranno, partirà l’azione legale, con multe e sanzioni sino alla chiusura del sito. Cinque Stati membri hanno deciso di diffondere i nomi di chi non rispetta le regole (fra questi non c’è l’Italia).
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