Oggi Michela Finizio su Il Sole24Ore:
È stato registrato il 23 settembre dal Consiglio dei ministri il decreto che istituisce il tavolo istituzionale contro la pirateria multimediale e digitale, annunciato dal ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, durate la Mostra del Cinema di Venezia. La nuova commissione, coordinata dal segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Mauro Masi, si insedierà nelle prossime settimane e avrà compiti precisi: predisporre eventuali normative e adottare provvedimenti mirati, interagire con gli operatori del settore al fine di condividere codici di autodisciplina, adottare azioni e iniziative di contrasto al fenomeno.
Ne faranno parte, oltre al coordinatore e al capo gabinetto del ministero dei Beni culturali, il presidente della Siae (Società italiana degli autori ed editori), i rappresentanti dei dicasteri coinvolti e due esperti del settore, che verranno nominati a breve.
«Faremo diverse audizioni pubbliche – afferma Mauro Masi- durante le quali ascolteremo tutti i rappresentanti del settore e le associazioni di categoria. Stiamo per attivare anche una casella di posta elettronica dove operatori ed enti interessati potranno inviare i loro suggerimenti. Intendiamo trovare una soluzione a questo grave problema, ma non credo a priori che esista una ricetta più giusta di altre».
Tra i ‘rimedi’ che potrebbero arrivare, anche togliere la connessione Internet per un anno a chi viene sorpreso per 3 volte a scaricare file protetti. La versione californiana del ‘3 strikes and you’re out’ in versione Siae. La Siae, avete presente? Quella ‘cosa’ nata “per incassare il più possibile” come dichiarato in passato dal presidente Giorgio Assumma.
Che oggi aggiunge: «Condivido pienamente la proposta francese e auspico si possa adottare anche in Italia la stessa ideologia. Lo stop della connessione è necessario, sennò i risultati sono inefficaci. Per questo è necessaria la collaborazione degli intermediari».
Inutile sottolineare che i provider hanno già sollevato forti perplessità: «Non vedo come si possa – afferma il presidente di Assoprovider, Dino Bortolotto – decidere qualcosa che ci riguarda senza interpellarci. Le proposte in questione sono anticostituzionali, dirette a estendere la responsabilità dei provider e a criminalizzare gli utenti finali che utilizzano internet. In questo modo il tavolo rappresenta solo gli interessi dei titolari dei diritti».
by francesco
07 Ott 2008 at 17:08
I politici tutti hanno paura della rete,una paura tremenda. Non è assogettata a ricatti e clientelarismo come ogni altro mezzo di informazione. Non la possono controllare e questo li irrita.La diffusione è in continuo aumento e il loro timore aumenta.
Ci aveva provato il governo Prodi col ddl Levi-Prodi a mettere un bavaglio,poi il tentativo fallito a bruxelles. Quello del peer to peer è solo il punto di partenza,la breccia dove entrare per poi corrodere tutto il resto con un solo scopo:controllare e indirizzare la rete come la quasi totalità degli altri media.
In più devono rispondere a qualche pressione/ricatto di qualche amico potente. Ad esempio nonostante gli allarmi dovuti alla guida in stato d’ebbrezza,droga,prostituzione e quant’altro ho visto coi miei occhi che gran parte delle polizie locali erano impegnate contro la piaga più annosa del paese:il commercio dei falsi. Sob!
by gottama
07 Ott 2008 at 18:59
scusate, qualcuno può dire a questi signori che il Parlamento Europeo ha spernacchiato la proposta francese?
Credo che la notizia non gli sia ancora giunta nella torre d’avorio dove stanno.