Mentre produttori musicali e cinematografici demonizzano i “pirati”, alcuni seri economisti spiegano perché il p2p è una rivoluzione antropologica ed economica nella fruizione dei media. E perché le major della musica hanno sbagliato (quasi) tutto.
Da leggere per intero quest’articolo di Raffele pubblicato sul Manifesto. Altro che Carlucci…
Le opportunità di business, infatti, si fondano spesso su innovazioni tecnologiche dirompenti adottate e promosse da comunità di dilettanti al di fuori delle logiche di mercato. I diagrammi di Noam mostrano che il punto di ingresso di un’entità commerciale in un fenomeno innovativo è spesso spostato in avanti nel tempo rispetto a un gruppo di dilettanti che compensa i costi necessari per far partire un’attività con la passione e il volontariato.
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