C’è chi si aspettava, dal piano industriale Telecom Italia per il trienno 2009-2011, una serie di indicazioni positive sulla strada che l’azienda guidata da Bernabè intende intraprendere. Indicazioni che sono arrivate, ma non sono positive: mancano i soldi e Bernabè non può fare miracoli.
Come giustamente fanno notare in molti, si tratta essenzialmente di un ripiegamento sul mercato interno e sul mantenimento delle attività brasiliane. Tutto il resto sarà venduto, con 9mila licenziamenti in Italia e senza grandi indicazioni sulla rete di nuova generazione.
Qua e là qualche nota positiva (network sharing sul mobile, eliminazione dei servizi a bassa marginalità, spinta sui servizi di fatturazione paperless) ma nel complesso probabilmente la realtà è molto al di sotto delle aspettative. In effetti come sottolina Enrico, contare sulla benevolenza dell’Autorità e su una concorrenza più blanda da parte dei competitor – anche loro in relativa difficoltà e non interessati a una guerra sui prezzi- non produce risultati entusiasmanti per gli utenti e i consumatori.
Pungente il commento del Dr.Pruno:
Un piano industriale innovativo, coraggioso, rivoluzionario, tutto “di prodotto”, una roba che in Italia non si vedeva dai tempi di Adriano Olivetti: vendere un po’ di comparti dell’azienda e licenziare 9000 (novemila) persone – quasi il doppio dei cinquemila licenziamenti previsti fino al giorno prima. Grande Bernabè! Vendere e licenziare: un vero, illuminato, colto capitano d’industria, eh? Un piano che ha subito affascinato per la sua solidità e la sua clairvoyance il mondo della finanza mondiale: appena conclusa la presentazione del piano, mentre broker e investitori stappavano bottiglie di fragolino battendosi il cinque e facendo il trenino dell’amore cantando a squarciagola “A-E-I-O-U-Bernabè-Pappappà! A-E-I-O etc etc”, il titolo Telecom ha perso all’istante un ulteriore 3,84%, “scivolando pericolosamente fino alla soglia di un euro”.
Da sottolineare – sempre sul fronte delle aspettative – l’attacco alla blogosfera d’elite che nei mesi scorsi incontro Bernabè osannandolo e – secondo Pruno – oggi latita nelle critiche a questo piano industriale deludente:
Qualunque sia la cifra che Telecom ha pagato a Digital PR per aver organizzato l’evento “Franco Bernabè incontra la blogosfera italiana”, è stato indubbiamente un affarone.
Su questa ultima frase concordo: mezza giornata con venti persone e le critiche si addolciscono. A livello mediatico, davvero un’operazione riuscita per cui tanto di cappello a Digital PR.
by massimo mantellini
06 Dic 2008 at 09:11
Massimo,
questa cosa che la “blogosfera d’elite” ha parlato bene dell’incontro con Bernabe’ e’ una palla. Del resto se Rectoverso assurge a fonte (di qualsiasi cosa) non siamo messi benissimo. Ciao.
by Massimo Cavazzini
06 Dic 2008 at 13:51
ciao Mante,
non so se rectoverso sia la ‘fonte assoluta’, ma certamente digitalpr ha fatto un ottimo lavoro di pr, almeno a leggere i commenti su telecom (per lo meno sui post che ho nell’aggregatore) 🙂
parlando del piano industriale (deludente, più che in assoluto forse rispetto alle aspettative generate nelle scorse settimane, anche da quanto avevamo letto sui blog) di telecom, credevo fosse giusto anche segnalare punti di vista didderenti!
un saluto,
m