Interessante discussione [via FF] sulla tema della privacy in Facebook. Tutto inizia quando un lettore di Alessio chiede nei commenti:
Da ignorante di Facebook ho appena scoperto abusi ben più gravi: se pubblico foto in formato privato, e qualcuno mette un tag ad un mio amico, quest’ultimo e’ poi autorizzato a vedere tutto il mio album senza limitazioni. Non vi pare una grave violazione della privacy, nonché la dimostrazione che Facebook è poco user-friendly e nasconde molte insidie nella sua interfaccia web?? Sono curioso di avere i commenti di voi esperti…
In pratica, se l’utente Pippo crea un album fotografico decidendo che solo amico1 può vedere le foto, può succedere che amico1 metta un tag con amico3 e amico4 (presenti nelle foto, ma Pippo non voleva che vedessero l’album). Da quel momento amico3 e amico4, che originariamente non potevano vedere le foto messe da Pippo, possono invece accedere a tutto l’album.
E’ evidente che si tratta di un problema di privacy non di poco conto: da un lato Pippo vuole che le foto siano visibili solo ad amico1, dall’altro amico3 e amico4 potrebbero voler verificare se il tag sia corretto e gradito e quindi devono per forza avere accesso alle foto.
La soluzione è semplice: basterebbe per Facebook impedire di taggare persone che non hanno il diritto di vedere l’album. Così Pippo può inserire foto senza timori, amico3 e amico4 non possono essere taggati da amico1 e quindi non c’è la necessità che vedano le foto.
Che ne pensate?
Il tema è ovviamente generale: spesso ci si dimentica che affidare i propri contenuti (siano essi pensieri, foto, filmati, link o altro) ad una piattaforma, di fatto abbassa le barriere e rende più difficile la difesa della privacy. Qualcuno potrebbe obbiettare che nel momento in cui si condividono foto, si rinuncia alla privacy.
Gino si chiede:
a quale livello si definisce la privacy ? Siamo stati abituati a pensare che sia possibile definire la privacy di un singolo dato/elemento di informazione. Invece (pare che) le piattaforme di socialnetworking introducono un concetto di “privacy di network”, cioe’ gli elementi di informazione sono visibili da coloro ai quali il network (inteso come somma dei comportamenti di ogni singolo membro) da’ accesso. Questo significa che una volta consegnato un elemento di informazione/dato sensibile/foto personale ad un network, non sara’ piu’ il proprietario originario a deciderne la privacy, ma il network stesso. E salvo casi eccezionali, si puo’ assumere che prima o poi diventera’ pubblico, de facto. Cosi’ stanno le cose, che piaccia o no. Meglio esserne consapevoli.
Esiste questa consapevolezza? Probabilmente no o comnunque non ancora ai livelli sufficienti. Facebook, per ‘accreditarsi’ come piattaforma di condivisione dei propri elementi dovrebbe costruire un livello di confidenza e fiducia (il ‘trust’) tale per cui gli utenti che affidano i propri contenuti alla piattaforma, sanno che essi sono sotto il loro totale controllo. Così non è, perchè ad oggi una foto che è sul mio hard disk è solo mia, una foto che è su Facebook (o su qualsiasi altro socvial network) è sia mia sia di Facebook e, di riflesso, del mio network sociale. Pericoloso?
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