Roma, aggredito il figlio di Alemanno per uno scambio di persona.
(pensavano fosse il papà)
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- Sono nauseato da italiano, padre, persona adulta, cittadino, giornalista e anche da casellante. Quando quella del Tg1 guardando in camera – quindi guardando noi – dice che sulla vicenda c’è eccessiva pressione mediatica, e lo dice tenendo in mano un microfono, facendosi inquadrare davanti alla casa di un presunto assassino, ripresa da un cameraman assistito da almeno un paio di tecnici, a pochi metri da un pullman regia e da un enorme padellone puntato verso Hotbird o il cazzo che è, ecco, in quel preciso istante tutti gli italiani di buon senso dovrebbero alzarsi e urlare fuori dalla finestra qualcosa, tipo quella scena di Quinto Potere, urlare un basta, un vaffanculo, un porcatroia, un qualcosa che segni il territorio, una barriera vocale e concettuale contro la sbobba che ci propinano, il lavaggio del cervello che ci fanno, la centrifuga in cui cercano di metterci tanto da non farci più distinguere un Verissimo da un Tg, una storia vera da una fiction, l’assassinio di una ragazza di 15 anni da un reality americano sugli assassini di ragazze di 15 anni.
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