Premessa: con il passare del tempo sono sempre meno tollerante verso quelle iniziative di facciata condite da volemose-bene e metodi che assomigliano alla politica attuale. E la politica attuale, scusatemi, ma a me fa abbastanza ribrezzo.
Detto questo, un centinaio di persone (la maggior parte delle quali conosco personalmente e godono della mia immensa stima, per altro, a partire dal promotore) hanno comprato oggi una pagina pubblicitaria sul Corriere.it per portare all’attenzione delle persone e della classe politica l’importanza di avere per il Paese un’agenda digitale. Qui tutti i dettagli.
Chiediamo la redazione, entro 100 giorni, di proposte organiche per un’Agenda Digitale per l’Italia coinvolgendo le rappresentanze economiche e sociali, i consumatori, le università e coloro che, in questo paese, operano in prima linea su questo tema.
Sul tema delle campagne media addobbate con la causa sociale e l’obbiettivo ‘bene di tutti’ non vorrei dilungarmi molto, Internet for Peace è già stata per troppo tempo sotto i riflettori. Ecco perché sul tema centrale dell’Agenda Digitale non c’è molto da dire: è banale che serva un’agenda digitale, è come chiedere a qualcuno se pensa che la fame del mondo sia una cosa bella. Il fatto che qualcuno voglia infilarla a forza nel programma di governo è un bene, anche questo è banale.
Quello su cui vorrei invece spendere due parole è l’approccio al tema, questo sì. Molto italico: prendi 100 nomi – possibilmente di spicco – e falli firmare. Sempre le stesse persone, cambio cappello e via. Che sia l’Agenda o I ♥ INTERNET poco importa.
Io sinceramente alcune firme non le avrei proprio volute vedere in un movimento che punta a mettere il Web nell’agenda politica del Paese. Una Telecom Italia che firma… non è quell’azienda che ha volutamente rallentato la diffusione della fibra ottica e che ancora oggi non riesce ad offrire un’ADSL decente in tutto il Paese? Quell’azienda che non scorpora la rete e di fatto tiene in scacco il mercato Web in Italia? Una Vodafone che firma… non è quell’azienda che filtra il traffico Web sul mobile eliminando i bit ‘scomodi’?
Come ho chiarito qui, il fatto che firmino persone e non aziende mi pare irrilevante, perchè un CEO che fa il bene dell’azienda e che contemporaneamente riesce a fare il bene del Paese sono convinto possa esistere. Tra i 100 firmatari, molti avrebbero potuto già da anni forzare la mano a tutti i livelli – anche quello politico – per avere Internet in agenda.
Ecco, che io li debba accreditare oggi come miei interlocutori presso la classe politica (“coinvolgendo le rappresentanze economiche e sociali, i consumatori, le università e coloro che, in questo paese, operano in prima linea su questo tema” mi pare possa essere tradotta in “cari politici parlate con noi 100 che abbiamo alle spalle xx-mila sostenitori) non mi pare una buona idea. Non voglio rappresentanti così, mi spiace. Se mi dite che Stefano sarà il mio rappresentante, firmo. Leggendo altri nomi… no grazie.
PS: se davvero queste persone hanno a cuore lo sviluppo digitale aggiungo una proposta concreta: ognuno dei 100 firmatari dà il 2% del fatturato 2010 della propria azienda (o di quella amministrata) in un fondo VC per l’innovazione gestito da persone *non* collegate da alcun rapporto (di lavoro o parentela) con le aziende stesse. Ci state? Firmate qua sotto il post…
UPDATE 4 febbraio 2011 (Dagospia)
L’INCAZZATURA DI ROMANI CONTRO 104 TOP MANAGER DELLE TELECOMUNICAZIONI
Pochi giorni fa 104 top manager delle telecomunicazioni hanno tirato fuori qualche euro dal portafoglio per comprare un’intera pagina del “Corriere della Sera” dove è apparso un “manifesto” che invocava una strategia digitale per l’Italia.Nell’elenco si potevano leggere i nomi dei big più importanti delle telecomunicazioni come Bernabè, Bertoluzzo di Vodafone, Luigi Gubitosi (il capo di Wind e fedelissimo dell’Opus Dei), Stefano Parisi, Nicola Ciniero, Marco Tripi, e accanto a loro c’era anche la firma di esperti del settore e di alcuni giornalisti (Oscar Giannino, Giuseppe Turani). L’appello aveva lo scopo di richiamare l’attenzione del mondo politico sull’importanza delle tecnologie come motore dell’innovazione e del cambiamento. A quanto pare l’iniziativa è andata di traverso al ministro ex-Opus Dei Paolo Romani che si sta affannando per dimostrare che sulla poltrona di via Veneto non gira i pollici. Dagli uffici del ministero di via Veneto sono partite telefonate furibonde e – secondo quanto scrive il “Corriere delle Comunicazioni” – l’incazzatura di Romani ha spinto il capo dipartimento per le comunicazioni dello Sviluppo Economico, Roberto Sambuco, a bollare l’iniziativa come contraddittoria e inutile rispetto agli sforzi che il ministro dagli occhi azzurri sta facendo per trovare un accordo tra le principali aziende italiane e straniere sullo sviluppo della banda larga in Italia.
by Massimo Melica
31 Gen 2011 at 01:25
Ho aderito all’iniziativa che ha il pregio di essere finanziata dai primi 100 sottoscrittori, tra cui il sottoscritto.
Non conosco personalmente tutti gli altri 99 soggetti che hanno aderito, ma conosco con certezza la mia volontà di aderire in modo trasparente e senza alcuna velleità di rappresentanza.
Ritengo che questa iniziativa si ponga sotto la duplice finalità: da una parte sensibilizzare il mondo politico, dall’altra di sensibilizzare coloro che non usano la Rete, oppure se la usano lo fanno senza aver ancora maturato quella sensibilità d’innovazione che tanto sarebbe utile al nostro Paese.
E’ la prima volta, se non ricordo male, che il “nostro mondo” dialoga attraverso un media tradizionale con un numero più ampio di soggetti, questo lo ritengo molto utile.
Con queste prerogative, posso assicurarti la mia partecipazione ringraziandoti di aver espresso il Tuo punto di vista critico, ma costruttivo nell’ottica della comune crescita informativa.
by Maxkava
31 Gen 2011 at 01:32
Grazie Massimo del ragionamento: come ho scritto, rifuggo dalla politica attuale (mio limite) e conosco molti dei sottoscrittori. Non essendomi chiaro (altro mio limite) chi mi rappresenterà e in che sedi, come detto non voglio correre il rischio di essere rappresentato da alcune delle firme che ho visto. Per tutto il resto, in bocca al lupo a te (e a Quinta) perchè possiate realizzare quello che vi siete prefissi. Io darò il mio sostengo esterno, magari con qualche critica di troppo 😀 ma certamente con l’amore per il Web come fonte di ispirazione.
by stefano quintarelli
31 Gen 2011 at 07:19
sempre i soliti nomi, non mi pare proprio…
prova a chiedere all’uomo qualunque o anche a un giornalista quanti nomi riesce ad identificare e vediamo se arriva al 25%.
e no, ti informo che i motori sono stati bellotto, kruger, sacco, sansonetti, valenti, rovati, mansutti, pavone, formento, zamperini e mi scuso con chi mi dimentico dopo 4 ore di sonno. cosa c’entra chi faceva amo internet ?
chiedi ai parlamentari se sanno cos’è una agenda digitale e se conoscono l’iniziativa europea. è banale per noi, ma non per loro. chiedi alla gente intorno a te se sanno cos’è. noi non siamo rappresentativi
non c’è nemmeno una azienda, ma solo privati. e ti assicuro che senza mostrare che c’è una cosa di interse di un settore economico importante un politico non avrebbe nemmeno alzato il sopracciglio
un’ultima cosa: nessuno vuole rappresentare nessun altro, solo fare una voce in un coro, very simple. quando qualcuno ha proposto di fare una associazione abbiamo detto di no, proprio perchè ci sono già sufficienti organi di rappresentanza e noi vogliamo solo fare un coro per dire “questo è un tema rilevante” e mostrareche ci può essere anche un consenso politico (lo speriamo)
anzi, l’ulrimissima cosa. lo so che questo è il paese dei commissari tecnici e dei campanili, ma come diceva deng, l’importante non è se il gatto è bianco o nero, ma che prenda i topi.
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by Tweets that mention La 'loro' agenda digitale | Telcoeye di Massimo Cavazzini -- Topsy.com
31 Gen 2011 at 11:45
[…] This post was mentioned on Twitter by Roberto Scano (IWA), CODENCODE. CODENCODE said: RT @rscano: http://www.maxkava.com/2011/01/la-loro-agenda-digitale/ #agendadigitale […]
by Maurizio.Gotta
31 Gen 2011 at 12:30
Anche io voto per dare la mia rappresentanza al Quinta! Anzi, spero che un giorno qualcuno lo interpelli per proporgli di diventare Ministro delle Telecomunicazioni. Ma sarebbe un caso di persona giusta al posto giusto troppo sconvolgente per questo paese 🙂
La Minetti è un’adepta di facebook, provate a chiederle se intercede presso il Papi per l’agenda digitale 😉
Scherzi a parte, condivido lo stupore di Max per la presenza di firmatari a cui basterebbe alzare un dito per raggiungere lo scopo.
Comunque in bocca al lupo.
by Riccardo Polesel
31 Gen 2011 at 13:58
Personalmente, apprezzo l’iniziativa dell’agenda digitale, che vede coinvolte molte persone interessanti che ascolto e leggo ogni giorno. Tuttavia, condivido anche alcune considerazioni critiche espresse da Max, altra persona che stimo molto. Non prendo posizione? No. Perché si tratta di un confronto intelligente e argomentato su posizioni che non sono opposte, sono semplicemente diverse. C’è critica costruttiva, c’è comprensione delle motivazioni ma, magari, non degli obiettivi o del modo scelto per comunicare. Parlare di un tema rilevante come questo, con questi toni civili e competenti, è del tutto inusuale. Guardiamoci intorno. In un’Italia colpita da una crisi di sfiducia in sé stessa senza precedenti, io voglio avere fiducia nella qualità delle persone che hanno firmato quell’agenda ma anche in quelle che la criticano in modo costruttivo. Magari non cambierà nulla, sono solo parole che rimarranno inascoltate ma oggi, per la prima volta da qualche settimana, sento un po’ di ottimismo e di voglia di fare. Non è poco.
by Stefano Quintarelli
31 Gen 2011 at 22:18
un po’ di risoste a commenti vari si trova qui http://bit.ly/gywEaw
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by Il taccuino di Armando Leotta
31 Gen 2011 at 22:20
Agenda digitale, le mie osservazioni ed auguri…
Oggi è partita questa iniziativa: un’Agenda digitale per l’Italia. Cento i promotori che hanno acquistato uno spazio pubblicitario sul Corriere della Sera per dare enfasi ed effettuare il kickoff di questo progetto. Conosco molte di quelle …
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