L’arrivo degli iPhone ma, soprattutto, degli iPad ha generato da mesi nuove speranze per un’editoria in crisi. Applicazioni nuove, ottimizzate per le ‘magiche’ tavolette di Apple, sono apparse più o meno rapidamente e con successi a dire il vero altalenanti. Apple chiede il 30% dei ricavi fatti tramite Apple Store e gli editori sembrano tutto sommato rassegnati al pagamento della gabella.
E’ una strategia vincente? Non sempre.
Prendete il sito mobile del Financial Times: i soldi che FT avrebbe versato ad Apple sono stati usati per costruire un sito in HTML5, accessibile anche in mobilità da qualsiasi terminale. Con Android al galoppo sul mercato degli smartphone garantire accessibilità a tutti non è un dettaglio. I risultati? Soddisfacenti tanto da far dire al managing director di FT Rob Grimshaw che “non c’è una singola funzionalità delle app Apple che non sia stato possibile replicare in HTML5″. Magari ce ne sono, dico io, ma evidentemente non sono quelle che il Financial Times ritiene indispensabili.
Un approccio che funziona per qualsiasi editore? No. Il Financial Times ha un brand forte, una schiera di lettori pronti a pagare per leggerlo, una strategia multicanale dove ogni lettore può scegliere la miglior tipologia di accesso (quindi, non solo mobile) e una buona posizione economica che permette di fare scelte senza acqua alla gola.
Il controllo di medio-lungo termine (ad esempio non condividere con Apple i dati dei propri lettori, cosa che la casa della Mela rende di fatto obbligatorio su App Store) è stato preferito al guadagno di breve periodo: forse la ‘strada Apple’ avrebbe garantito qualche introito in più oggi, ma perdendo il controllo del lettore (e delle regole di pubblicazione) domani. Non è un caso se le regole di Apple stanno cambiando: se i maggiori editori scegliessero altre strade (ad esempio l’HTML5), l’appeal della casa di Cupertino subirebbe un colpo.
La lezione per gli editori? Se hai una strategia e un buon prodotto, non sei obbligato a scegliere. Esistono alternative.
La lezione per i lettori? HTML5 è sufficientemente solido per costruire un mondo alternativo alle App… tenetelo d’occhio.
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