Ricevo ieri nella mailbox questa mail da parte di un’agenzia di digital PR (ovviamente ho sostituito il vero nome della PR, dell’agenzia e dell’azienda con lettere simboliche: X. è la PR, Z è l’agenzia, Y il cliente). Un climax al contrario, dove dal primo messaggio pieno di richieste si arriva ad una mesta promessa che non potrà essere mantenuta. Una recensione che si trasforma in sponsored post con tanto di regole, la richiesta di pubblicità gratuita, l’ingenuità. Tutto in quattro mail:
“Ciao Massimo,
sono X digital pr di Z (agenzia di comunicazione), attualmente stiamo collaborando con R (uno dei maggiori leader della distribuzione italiana) per far conoscere [nome prodotto]. Di recente abbiamo lanciato la pagina facebook [nomepagina] la trovi a questo link. Ti va di diventare nostro fan e seguire tutte le ultime news del mondo degli [nome prodotto]? In allegato anche il comunicato stampa (così hai i dettagli tecnici del prodotto). Keep in Touch, X”
Non conosco l’agenzia, non conosco la PR, non conosco l’azienda, non conosco il prodotto. Rispondo:
“Ciao X, grazie della segnalazione. Per diventare fan di un prodotto dovrei averlo visto, provato, conoscerlo. m”
X, stranamente, risponde (non devo essere stato abbastanza chiaro):
“Ciao Max, Capisco perfettamente. La pagina comunque parla del volo in tutte le sue sfaccettature (acrobatico, body fly). Se sei interessato a testarne uno, posso includerti eventualmente nel testing di settembre. Cosa ne pensi? Ti sintetizzo come funziona l’attività di prova:
– invio del prodotto
– preparazione di un video virale (tempo 7g) della durata di 2/3min
– share del video sui profili social e sul blog
– link alla nostra pagina facebook
– ogni video sarà accompagnato da un micro testo in cui esprimete le vostre impressioni.
Per darti un idea più precisa, troverai qui di seguito il link al post di un blogger coinvolto nel testing [link] Fammi sapere se sei interessato Grazie 1000 X”
Sorpreso dal “piano di guerra” previsto, rispondo:
“Grazie X, ma il mio approccio alla rete è diverso: una recensione è una recensione, può esserci o non esserci, essere positiva o negativa, ecc ecc. Se siete interessati ad uno sponsored post con ‘regole’ che definite a priori, è un ambito diverso: pubblicità, con costi conseguenti. Buone vacanze, Massimo”.
Ma io evidentemente non sono chiaro, perchè X non demorde:
“Ciao Massimo 🙂 L’attività di testing punta alla spontaneità, sono contraria ai post sponsorizzati e pubblicitari. Gli [nome prodotto] naturalmente vanno provati e soprattutto la resa finale deve essere originale e divertente. Naturalmente ogni filmato lo dobbiamo visionare tra lo staff e poi pubblicarlo online. Se sei interessato fammi sapere che mi organizzo. Grazie 1000”.
Io, scoraggiato, provo un ultimo disperato tentativo di farmi capire:
” Ciao X, come detto se vi fa piacere farmi testare il prodotto, sono disponibile. Mi basta che sia chiaro che recensione significa provare il prodotto e avere totale libertà di parlarne (o meno), nelle modalità che ritengo opportune e con i contenuti (positivi o negativi) che ritengo opportuni. Tutte le altre forme non sono recensioni, ma sono post sponsorizzati, advertising, ecc ecc: in questo caso, se ritenete opportuno, ne parliamo. Grazie,
Massimo”.
Sarà arrivato il messaggio? Secondo me sì:
“Ciao Massimo, Riaggiorniamoci I primi di settembre. Così se ho qualche [nomeprodotto] disponibile eventualmente te lo spedisco. Grazie X”
Eventualmente, eh.
(Una piccola storia che mostra, se mai ce ne fosse bisogno, l’approssimazione che alcune agenzie adottano, rovinando sia il mercato per le altre agenzie sia l’approccio delle aziende verso la blogosfera.)
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by Digital PR un tanto al chilo, seconda puntata | Telcoeye di Massimo Cavazzini
17 Dic 2011 at 14:38
[…] e rimanere sempre aggiornato.Ricordate la surreale ‘conversazione digitale’ del post “Digital PR un tanto al chilo?”. La stessa agenzia, la stessa PR per conto dello stesso cliente mi hanno scritto ieri… per la […]