Molti si schierano a favore di CocaColla, che dovrà chiudere (o meglio cambiare nome) dopo una diffida di Coca Cola.
Scrivono gli autori del blog italiano in un comunicato: ci hanno chiesto “di ritirare le pratiche avviate per la registrazione del marchio e la cessione nei loro confronti del “nome a dominio” www.cocacolla.it. Non sono da ritenersi esenti i nostri profili social. Pena citazione a giudizio”.
Personalmente, non ci vedo nulla di strano nella richiesta di Coca Cola: gli autori di Coca Colla hanno sfruttato e sfruttano la popolarità di un marchio (costruito a suon di miliardi di euro e decenni di lavoro), via certamente più agevole che creare un marchio ex novo e ‘coltivarlo’ fino a farlo diventare famoso. Se il sito di chiamasse “abibù” invece di “cocacolla” l’effetto sarebbe diverso: è evidente quindi lo sfruttamento di un marchio per il proprio interesse (anche economico).
Visto che parliamo di soldi vs soldi, qualcuno mi può spiegare perché un gruppo di persone dovrebbe avere la libertà di scegliere una scorciatoia e sfruttare il lavoro di altri gratuitamente?
Ad ogni modo, un’enorme opportunità per Pepsi Cola in Italia: sponsorizzare PepsiColla.it e ricavarne pubblicità a iosa 😀
by aleinside
23 Feb 2012 at 11:05
ah ecco, anche a me sembra così normale. ma il “popolo di twitter” ha la mobilitazione facile
by Paolo
23 Feb 2012 at 11:45
Scusami ma non capisco il tuo punto di vista. Tralasciando il fatto di liquidare una questione sul copyright in due righe scritte pure male. Ad ogni modo se è vero ciò che tu dici, come mai per la bevanda (e sottolineo la tipologia del prodotto) boliviana chiamata Coca-Colla, la Coca-cola non ha agito per vie legali? Semplicemente qui non c’è da far valere alcuna violazione o sfruttamento di un marchio, qui si è schiacciato con facilità e prepotenza un qualcosa che non piaceva. La dimostrazione è data dallo stesso identico nome usato in Bolivia ma per cui non si è mosso nulla; ovviamente poiché lì il marchio è difeso dallo stato boliviano, la coca-cola lascia subito perdere perché sa che potrebbero sostenere la battaglia legale e vincerla sicuramente.
by Giovanni
23 Feb 2012 at 12:02
La lettera in più rende la differenza. Poi è facile schierarsi col colosso delle bevande e aiutarlo ad affondare un blog smart ma povero. Alle volte sarebbe meglio dare la notizia senza perdersi nei commenti approssimativi e banali. Quello è il giornalismo.
by Annalusi Rapicavoli
23 Feb 2012 at 12:31
io dico meno male per la coca.cola che babbo natale non esiste! ad ogni modo secondo il mio modestissimo parere l’unica lettera che la coca.cola avrebbe dovuto mandare al team di coca.colla è quella contenente i ringraziamenti non solo per la pubblicità a buffo, ma soprattutto per averle conferito uno “status” entro l’immaginario collettivo, quale quello di simbolo “culturale” della cultura pop, non solo legato ad una multinazionale (con tutti i contro racchiusi in questo termine), ma piuttosto esaltandone l’intelligente scelta linguistica e comunicativa che caratterizza la moderna e contemporanea società im-mediatica! poi per quanto riguarda la facilità di affermazione del blog grazie al nome e del tentativo di vivere di luce riflessa mi pare una riflessione un pò banale e semplicistica! Giudico quest’articolo in questi termini perché non tiene conto dei presupposti teorici che hanno portato alla scelta del nome e all’aderenza di questo stesso con i contenuti del blog. Il problema la coca.cola non doveva proprio porselo è lei che sta strumentalizzando il blog e la diffusione del blog, e non perché abbia bisogno di chissà quale pubblicità, data la mole della coca.cola, ma zucchero non guasta bevanda e quelli della coca cola lo sanno benissimo :). Io dico che a loro fa comodo questa polemica, non il contrario! Poi ovviamente ognuno ha il proprio modo di giudicare e analizzare le questioni e per fortuna che sia così.
by r0by
23 Feb 2012 at 12:36
Previdente! 😀
Domain: pepsicolla.it
Status: ok
Created: 2012-02-23 01:25:13
Last Update: 2012-02-23 02:40:16
Expire Date: 2013-02-23
by DB
23 Feb 2012 at 12:50
Sei un volpone 🙂
by Marcello
23 Feb 2012 at 13:49
Mah. Dove finisce l’estensione del TM? Quante lettere bisogna cambiare? Il tuo ragionamento fila perché la vedi dal punto di vista di Coca Cola, ma dal punto di vista degli altri miliardi di soggetti (fisici e giuridici) sulla terra, che cosa bisogna pensare? Cocamolla va bene? Cocacile? Cocacolite? Cosacola? Non so se esiste una regola sulle variazioni del nome (suppongo di no). Mi pare che invece ne esistano relative all’intenzione di fare concorrenza sleale confondendo il consumatore usando nomi simili per prodotti dello stesso settore/segmento. Ci sono altre regole/leggi che mi sfuggono? Se non ci sono, allora la fondatezza di ogni recriminazione di questo tipo non si basa sulla giustizia/legalità, ma su quanti soldi hai da spendere in avvocati.
by Maxkava
23 Feb 2012 at 16:17
Paolo, scusami se liquido “una questione sul copyright in due righe scritte pure male” e Giovanni scusami se “sarebbe meglio dare la notizia senza perdersi nei commenti approssimativi e banali.” però la questione di base non cambia: è vietato sfruttare la notorietà di un marchio non tuo, per cui cocacola ha semplicemente chiesto di rispettare quanto previsto dalle norme. nulla di strano, nulla da cui far scaturire dietrologie sulle multinazionali cattive contro i poveri blogger del sottoscala.
by Maxkava
23 Feb 2012 at 16:28
sono più d’accordo con la differenza di approccio che coa cola avrebbe potuto usare: c’eramop varie opzioni, la diffida è una ma non l’unica. però questo esula dal campo meramente legale ed entra in quello etico-commerciale… magari hanno valutato che tra le due opzioni la migliore era la diffida, anche qui non vedo nulla di così enorme da scatenare la battaglia dietrologica
by eletta senso
23 Feb 2012 at 17:02
essendo una coca cola dipendente (quella moltiplicata da andy warhol) sono in pieno accordo con te-
by Paolo
23 Feb 2012 at 18:00
Vista la tua risposta, ancor più sbrigativa ed insensata dell’articolo, allora ti faccio notare un paio di cose “tecniche”. Non vi è alcun modo di confondere i due brand. Il font del brand name, il colore, l’utilizzo e la contestualizzazione sono totalmente diversi e mai convergono. Insomma se una sola lettera, ormai celebre L, può portare a conseguenze simili, allora i ristoratori del Mac Bun (catena di slow food piemontese) denunciati dalla Mac Donalds avrebbe dovuto chiudere o cambiare nome del brand, e invece no. Il Mac Bun esiste e continua a chiamarsi così avendo vinto la causa. Il libro di Luttazzi, “va dove ti porta il clito” subì la stessa storia (Va dove ti porta il cuore era il libro che prendeva in giro), ma in tribunale vinse Luttazzi. Insomma la legislazione con i precedenti parla chiaro, se hai soldi e tempo le vinci queste battaglie, altrimenti chiudi i battenti anche senza motivo.
by Maxkava
23 Feb 2012 at 22:19
Scusami Paolo dovresti però informarti meglio, io sarò sbrigativo ma almeno preciso 🙂 Mac Bun ha perso la causa e/o non l’ha voluta affrontare, tanto che si chiama M** Bun e solo la ‘memoria’ della gente lo chiama ancora Mac Bun. Se Coca Cola e Coca Colla sono confondibili lo decide un tribunale, nè io nè te… se apertamente si dichiara di essersi ispirati a Coca Cola e al ‘pop’ legato al celebre marchio, beh diventa un po’ difficile dire che non stai usando la popolarità di un marchio per averne ‘di riflesso’ sul blog con la l in più. Poi, per carità, restano opinioni e come tali possiamo discuterne all’infinito…