I poveri non possono comprare auto elettriche. ACEA, l’associazione europea che raggruppa i costruttori di auto, ha appena rilasciato dati interessanti sul rapporto tra le vendite di auto elettriche in Europa e il reddito annuo medio degli europei.
Il report mostra che nella metà dei Paesi la penetrazione delle auto elettriche è sotto l’1%, addirittura tende a zero se il reddito pro capite per anno è sotto i 18mila euro.
Anche aumentando il reddito a 29mila euro/anno però, la penetrazione rimane sotto il 2%. Insomma, l’auto elettrica nell’Europa del Sud e dell’Est rimane un affare per pochi.
Solo nei più facoltosi Paesi dell’Europa del Nord, dove il reddito è spesso superiore a 42mila euro/anno, la penetrazione sale sopra il 3.5% (la Norvegia col suo quasi 50% è un unicum mondiale).
Per raggiungere i target di riduzione emissioni CO2 votati dall’Unione Europea per il 2030, la penetrazione dovrebbe passare da meno dell’1% attuale al 30% del 2030. Fattibile? Non finchè i prezzi delle auto elettriche non diventeranno accessibili alla massa.
E’ evidente che senza un cambiamento di mercato (che sia una discesa di prezzo drastica o che siano incentivi pubblici), si rischia di creare una mobilità a due velocità: auto per i ricchi, che possono andare dappertutto incluso il centro città; mezzi pubblici per i poveri, che non possono permettersi l’auto elettrica e vedono divieti di circolazione spuntare come funghi (ma allo stesso tempo assicurazione, bolli, spese di manutenzione e carburante aumentano).
I prossimi tre anni saranno probabilmente indicativi per capire come l’Unione Europea pensa di raggiungere una penetrazione del 30% delle vendite.
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