Per non ammettere che l’app Immuni è stata un flop, stanno martellando un giorno sì e l’altro anche con pubblicità, appelli, numeri sfavillanti sui download, maratone Tv, testimonial.
Sventolano 6 milioni di download (pochissimi, su circa 80-100 milioni di cellulari), non dicono gli utenti singoli attivi (mia stima tra 1 e 2 milioni essendo ottimisti) e continuano ad usare giornalisti poco lucidi come megafono governativo (in fondo adulare la Pisano porta bene, chi pesca il jolly vince un contratto da 100-150mila euro l’anno senza concorso e senza aver titoli come laurea e simili). Male che vada ci scapperà una consulenza, pensano probabilmente i megafoni governativi.
Quanti utenti attivi unici ha l’app? Non si sa. Nell’operazione trasparenza il Governo si è dimenticato di dircelo.
La realtà è che Immuni, così com’è, non serve a nulla. Non tanto perchè non si arriverà mai a quel 60-70% di utenti necessari perchè il digital tracing diventi efficace, ma perchè il tracing da solo non serve.
Parlo del Piemonte, perchè ho toccato con mano: i tamponi NON vengono fatti a tappeto, se hai le IG positive per infezione probabile in corso, l’ASL ti dice che non avendo sintomi è tutto ok. Se ricevi un alert e sei asintomatico, non c’è tampone. E se ci fosse – cosa aleatoria – non c’è nessuna garanzia che tampone e risultato arrivino nelle 48 ore successive. Ma se ricevi alert e chiami il medico, ti stai auto-denunciando quindi ti devi mettere in quarantena e aspettare. Se ti va bene e ti fanno il tampone veloce bene, se no stai a casa 14 giorni a guardare il soffitto anche se non sai se sei positivo o negativo.
Infine, il famoso studio di Oxford che dimostrerebbe come con il 15% di utenti l’app avrebbe una qualche utilità (riduzione di qualche punto percentuale degli infetti, grazie ad un 7/8% di aumento delle quarantene). Molti di quelli che lo linkano non l’hanno letto…
La prima falla sta nella bontà della tecnologia Bluetooth per misurare la prossimità tra persone: “Technology dependent parameters such converting bluetooth signals into proximity require labour extensive calibration which will not be discussed in the paper”: dunque, in sintesi, non si conosce la precisione. Quanti falsi positivi o mancate rilevazioni genera l’app? Non si sa. Nell’operazione trasparenza il Governo si è dimenticato di dircelo.
La seconda falla è nel modello usato per i calcoli: si ipotizza che fatto il test entro 2 gg a chi ha sintomi, 80% entrino in quarantena volontaria di 7 giorni con 2% di dropout rate. In caso di tampone positivo dopo alert, ipotesi di quarantena volontaria per il 100% con droput rate dell’1%. In caso di alert 90% in quarantena volontaria. Traduco: ipotizzano che venga fatto tampone entro 48 ore, che in attesa l’80%si metta in quarantena per una settimana, che il 90% dei positivi stia in quarantena 14 giorni e che chi il 90% riceve alert si metta in quarantena automatica. Credibile? No.
Terza falla: il modello matematico assume che l’80% delle esposizioni rischiose sia catturato. Cioè che l’app sia effettivamente in grado di tracciare l’80% delle esposizioni a rischio. Credibile? Mistero: avete visto dati su Immuni che lo confermano?
Quarta falla: gli stessi autori dicono che il modello non può essere preso come previsionale, ma come “exploration of possible outcomes” avendo fatto una “dramatic semplification”. In sintesi dicono di non usare i risultati per fare previsioni, perchè il modello non è complicato abbastanza per fare simulazioni vicine alla realtà. Quindi “con il 15% di download sarebbe efficace” è un’affermazione errata. E’ un possibile outcome, non una previsione. E tra i possibili outcome c’è anche che non funzioni. Senza probabilità accanto ad ogni scenario (il che significa fare previsioni), ogni scenario è valido alla stessa maniera.
Quinta e più grande falla: “In our model we assume it takes 2 days to receive covid test result and we acknowledge that this is a key assumption in our findings.”: ovvero i numeri si basano sull’assunzione che vengano fatti subito i tamponi e che in due giorni hai risultato del tampone. Se non fai i tamponi o non li fai in fretta, il modello matematico crolla e l’app non serve a nulla.
In più studi si ribadisce che il modello 3T è efficace se e solo se tutte le componenti sono attuate. Non basta la sola T di tracing (digitale e manuale, dove i due dovrebbero essere complementari per funzionare meglio), da cui non serve a nulla l’app se mancano le altre due T. E nella mia esperienza, il tampone non viene fatto con regola ferrea e tempistica certa.
Immuni, ma non dal Covid
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