L’ultima tranche per l’acquisto di Wind scadrà a breve: il 13 giugno, per la precisione. Entro quella data, Naguib Sawiris, patron di Wind, dovrà versare a Enel 1 miliardo di euro come contropartita per il 26% di Weather, società che controlla al 100% Wind.
Con 11 miliardi di debito sulle spalle, dove trovare il miliardo da versare a Enel? Due le strade che il Faraone sta percorrendo: da un lato un’Opa da 1 miliardo di euro sul 10% di Orascom, controllata a sua volta da Weather. Orascom ha in pancia parecchia liquidità (ha ceduto il 3% della quota detenuta in Hutchison Asia ed è uscita dal mercato mobile iracheno) e il buy-back porterà a Sawiris circa 400 milioni di euro.
Tecnicamente, l’operazione è quella descritta da IlSole24Ore:
Weather ha annunciato di voler cedere un pacchetto in offerta e, poiché l’acquisto di titoli avverrà pro-quota, Sawiris (che detiene il 50% più un azione di Orascom) potrebbe incassare circa 800 milioni di dollari e non si diluirà. Tecnicamente l’incasso del buy back finirà nella lussemburghese Weather Capital, ossia due livelli più sotto della Weather Investment II, la società che fisicamente ha contratto il debito con l’Enel. Ma far risalire liquidità ai piani alti non sarebbe difficile. Agli introiti del buy back, per l’imprenditore si aggiungono poi anche i dividendi di Orascom, rimpolpati quest’anno a 19 centesimi di dollaro (+33%).
La seconda strada di Sawiris è la vendita ai fondi (in prima fila Apax e Ta Associates) del 15% di Weather, per un totale di 800 milioni di euro circa. Operazione che aleggia da tempo, spesso arenatasi nei mesi scorsi per il fascicolo sulla vendita di Wind aperto dalla procura di Roma.
I tre sostituti procuratori Cascini, Sabelli e De Falco – dopo una puntata di Report dedicata alla vendita di Wind – hanno iscritto nel registro degli indagati Benedetti – il mediatore dell’operazione Wind per conto di Sawiris, indagato insieme ad altre 8 persone – e l’ex a.d. di Enel Fulvio Conti: l’accusa vuole verificare se una qualche tangente sia passata di mano, favorendo Sawiris e non il fondo americano Blackstone che, stando alle voci, aveva in prima battuta presentato un’offerta maggiore.
Le due operazioni, sempre che vadano in porto entrambe senza intoppi, porteranno quindi circa 1,2 miliardi di euro nelle casse di Sawiris, che potrà onorare il debito con Enel. I 200 milioni – come fa notare Repubblica di oggi – non potranno però essere usati per altre operazioni: una minusvalenza da qualche centinaio di milioni in Vivendi, investimento personale del faraone, li farà volare via.
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