Terminato lo IAB 2008, e’ il tempo di rivedere con calma tutte le presentazioni (qualcuna è on line), cercare spunti nuovi, consolidare alcune chiacchierate in vista del 2009.
Tempo anche di analizzare l’ottimismo diffuso che si respirava alla manifestazione specie sul palco, in netto contrasto con gli umori che si respiravano nelle chiacchierate one-to-one e nel mondo ‘esterno’.
Layla Pavone, presidente dell’organizzazione che da anni monitora il mercato web, ha parlato di una crescita dell’advertising online prevista per il 2008 pari al 23 per cento sull’anno precedente, a quota 850 milioni di euro. Si parla, in altre parole, di una cifra pari al 7,5 per cento della spesa complessiva della pubblicità in Italia, uno “share”, quello dell’online, che anno dopo anno continua a crescere, erodendo le quote dei media meno innovativi. Secondo Pavone tra due anni, nel 2010, si può prevedere che questa quota sull’advertising complessivo tocchi il 10 per cento. Nel 2009, d’altro canto, si prevede una crescita della spesa del 20 per cento. [via]
Spero che l’ottimismo trovi conferma nei numeri, è ovvio che se si guarda all’estero per giustificare le previsioni, è obbligatorio guardare all’estero anche quando queste previsioni non sono poi così rosee:
The deceleration of local interactive spending—which was viewed as the major growth engine of online advertising as the whole category began slowing last year—is pretty stark. Borrell’s report says that local online ad spend has grown at a frenetic 47 percent this year – but next year, those gains will shrink to a paltry 7.8 percent (see chart below). Local media companies can forget earlier projections of triple-digit, even double-digit growth—those days are over, at least for now. That’s especially true for most newspaper and TV station sites, which rely heavily on display ads. [via]
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