Leggevo un interessante riflessione del mio collega Rahvender sul tempo necessario alle diverse tecnologie per esprimere il loro vero potenziale e portare valore sui mercati. Si stima che il pieno valore economico dall’intelligenza artificiale arriverà tra 10 – 15 anni, un tempo simile ad altre tecnologie trasformative come l’elettricità (40 anni) e Internet (20 anni).
Per capire perché però, dobbiamo comprendere la storia dell’adozione della tecnologia, le principali teorie economiche sottostanti e pianificare la costruzione di un vantaggio competitivo sostenibile attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale.
Quando col mio lavoro ho la fortuna di parlare con i clienti, una delle domande che mi viene fatta più spesso è “Ok, ma qual è il ritorno atteso sull’investimento? E in quanti mesi avrò il mio payback?”. Domande a cui è difficile rispondere in maniera esatta, ma sicuramente guardando alle altre tecnologie possiamo farci un’idea (si veda anche il testo di Carlota Perez):
- la “rivoluzione” del vapore ci mise circa 50 anni (1800-1850);
- luce ed energia elettrica circa 40 anni (1880-1940) così come le automobili (dal 1900 agli anni ’50);
- i personal computer hanno impiegato circa 30 anni (anni ’70-2000);
- l’adozione di Internet ha richiesto circa 20 anni (anni ’90-2010);
- la tecnologia cellulare/smartphone ha richiesto circa 20 anni (anni 2000-2020).
L’intelligenza artificiale? Si stima 10-15 anni, una accelerazione dovuta all’infrastruttura digitale attuale, alle minori barriere all’ingresso e alla forte spinta di mercato nell’adozione della tecnologia. Ma la durata potrebbe allungarsi: temi come fiducia ed etica, regolamentazione esterna e sfide legate alla complessità dell’implementazione sono ostacoli da non sottovalutare.
E’ plausibile che anche l’IA seguirà la curva di Rogers sulla diffusione dell’innovazione, trattandosi però di digitale ci sarà una compressione temporale rispetto alle innovazioni fisiche del passato. La crescita avverrà attraverso tre fasi: attualmente siamo nella fase di adozione anticipata con gli innovatori che sperimentano e usano le prime applicazioni. Nel 2026-2030 è ipotizzabile che ci sia una crescita per poi arrivare nel 2030-2035 alla prima fase mainstream anche seguendo la legge di Metcalfe.
Senza dimenticare che spesso i nuovi metodi e le nuove tecnologie non è detto siano adottati più velocemente dei vecchi metodi e delle vecchie tecnologie. La Solar Energy Industries Association (SEIA) americana dice che ci sono voluti 40 anni per raggiungere 1 milione di installazioni solari residenziali negli Stati Uniti. Con 82 milioni di case unifamiliari, significa solo l’1,2 % di adozione: la nuova tecnologia per produrre elettricità richiede più tempo per essere adottata rispetto ai metodi originali, il che rende le previsioni ancora più difficili. Il Diffusion Research Institute (DRI) che raccoglie l’eredità degli studi di Rogers parla di punto critico e di resistenza all’innovazione.
Ci sono ovviamente molte ipotesi (trovo interessante il punto di vista di Dario Amodei di Anthropic sul tema), specie nella fase di crescita dove dalle soluzioni specifiche (il nodo) si passerà a quelle di sistema (connessione tra nodi). Ci aspettano tempi interessanti!
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