L’atteggiamento della FIEG – che è arrivata a chiedere l’apertura di una inchiesta Antitrust – nei confronti di Google News è sbagliato. Il traffico in arrivo da Google e Google News, per centinaia di editori on line italiani, arriva al 70-80% del traffico complessivo: come dire, se non ci fosse bigG a convogliare traffico su quesi siti, solo un quinto dei navigatori arriverebbe a leggere una pagina.
Questo significa che gli editori traggono un vantaggio (più traffico uguale più pubblicità da vendere, avere un sito da 1 milione di impressione al giorno e uno da 5 milioni fa la differenza), così come un vantaggio lo trae Google che raccoglie pubblicità. Mi pare (e non credo di essere il solo) un meccanismo win-win, guadagna Google che aggrega, guadagnano gli editori che grazie al maggior traffico vendono meglio il loro ‘prodotto’ agli investitori pubblicitari.
Certo, fa un po’ ridere che i giornali vogliano essere pagati per le news on line ma non siano disposti a pagare quando usano i contenuti prodotti da altri. Anna Masera su LaStampa scrive: un conto è copiare e incollare gli articoli dei giornali su un sito, senza riconoscere i diritti d’autore, un altro è aggregare i link alle news, dove cliccandoci sopra si finisce sul sito del giornale. Per intenderci: Dagospia copia (sebbene cerchi di cavarsela mettendo anche il link al sito del giornale di cui riproduce gli articoli), Google News no.
Insieme a Dagospia, possiamo tranquillamente citare una decina di giornali italiani (tra cui Repubblica e Corriere), che prendono contenuti da Flickr o YouTube et similia, li rimarchiano come propri e li mettono sulle proprie pagine. Senza mettere nemmeno il link (oltre che non pagare per l’utilizzo dei contenuti). Chissà cosa ne pensa lo ‘steering commitee‘ della FIEG che studia come ‘valorizzare i contenuti’ sulle piattaforme digitali…
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