Il Consiglio di Stato ha confermato (e ridotto) la multa comminata dall’Antitrust nei mesi scorsi a Telecom Italia per abuso di posizione dominante. Il Consiglio di Stato ha accolto in parte il ricorso presentato dall’Autorità garante della concorrenza, respingendo così la decisione del Tar del Lazio, presieduto allora da Giuseppe Calabrò (oggi presidente dell’Agcom), che aveva cancellato la sanzione.
“Siamo soddisfatti – dice Dino Bortolotto di Assoprovider– che sia stato annullato il provvedimento del TAR, e che si dia dunque ragione a chi ha sostenuto le gravi distorsioni del mercato della larga banda attuate da Telecom Italia. Il passo da compiere oggi, per una vera tutela della concorrenza nel settore delle Comunicazioni, è la separazione strutturale delle attività di gestione della Rete dalle attività commerciali, attraverso la costituzione di due società distinte e indipendenti, come in Gran Bretagna ha già ottenuto OfCom per British Telecom. Questa sembra essere l’unica strada rimasta per promuovere sia la concorrenza che gli investimenti per il rinnovamento della Rete, in particolare nel settore della larga banda e dell’Adsl, dove siamo tornati al monopolio con buona pace proprio di Agcom, il cui compito era quello di sorvegliare e invece annaspa nell’inerzia sostenendo che tutto va bene. L’atteggiamento di Telecom era, ed è, volto al perseguimento dell’obiettivo di escludere i concorrenti dal mercato dei servizi finali e preservare così la posizione di dominanza storicamente detenuta. Ci auguriamo che questa decisione serva, finalmente, a cambiare rotta e a ripristinare lo stato di legalità che in questo settore viene troppo spesso minacciato, come Assoprovider ha frequentemente denunciato. E ci auguriamo che questi soldi vengano restituiti a coloro che hanno subito un danno, utenti e provider, grandi o piccoli che siano”.
Telecom dovrà dunque pagare 115 milioni di euro (contro i 152 comminati dall’Agcm). Servirà come monito per il futuro?