Secondo il Rapporto innovazione 2006 realizzato dal Centro regionale di competenza del Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione (un nome più corto o una sigla pare brutto eh?), in Piemonte l’80% della popolazione e’ ormai raggiunta dalla copertura ADSL.

Il dato sembra molto (troppo?) alto, chissà cosa ne pensano gli amici di AntiDigitalDivide. Soprattutto alla luce di questo secondo dato: solo il 25% degli uffici comunali piemontesi è dotato di connessione broadband…

7 pensiero su “Banda larga ai gianduiotti”
  1. l’ho scaricato ma è un discreto mattoncino, quindi non sono stato a verificare. Ad ogni modo bisogna far attenzione ai termini: al posto di “ADSL” probabilmente ci sarà stato “Banda Larga”; è diverso, perchè in piemonte si utilizzano già ampiamente reti WI-FI, specie ovviamente fuori città. Per lo stesso motivo è facile che l’80 per cento della popolazione sia “raggiunta” ma non “connessa” e quindi il fatto che gli uffici pubbilci non siano dotati di connessione non è in conflitto sul dato precedente…

  2. A noi risulta che a oggi il 75 per cento dei comuni piemontesi non è raggiunto dalla banda larga (900 su 1200).
    Per servirla 😉

  3. Grazie Maurizio 🙂
    Che dici, oltre a me e a te, qualcun altro si accorgerà di questi dati, come dire, un po’ troppo ottimistici?

  4. Aggiungo che bisognerebbe capire se l’80% della popolazione risiede in quel 25% di comuni raggiunto dalla banda larga, solo così il dato quadrerebbe…

  5. Il problema è che in Piemonte già solo in Torino, coperta quasi interamente dall’Adsl vive più di un milione di abitanti, a cui se sommiamo i principali centri della provincia di Torino e i capoluoghi di Alessandria, Biella, Vercelli, Novara, Verbania, Cuneo e i principali centri di queste provincie andiamo molto vicini alla percentuale di popolazione denunciata da Telecom Italia, considerando chye il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di Comuni, con il maggior numero di comuni piccoli e piccolissimi, con una buona percentuale di questi in territorio di montagna e alta montagna. Quello del Piemonte è il classico caso di digital divide: la maggior parte della popolazione che vive in aree metropolitane o urbane ha accesso alla larga banda, la minoranza che vive in zone periferiche, rurali(anche della bassa novarese) e montuose non è servito dalla banda larga ma d’altra parte spesso per ragioni economiche il Comune è chiuso quasi tutta la settimana, le asl chiudono per ragioni di costi gli ospedali piccoli e gli ambulatori locali, gli uffici postali sopravvivono solo grazie a continue proteste, aiuti regionali e in modo stentato,le scuole elementari spesso chiuse, i trasporti pubblici ridotti o inesistenti.
    Quindi il digital divide è anche uno degli aspetti del disagio sociale di queste popolazioni piemontesi ma se fosse risolto avviocinerebbe di più queste popolazioni allo stato e frenerebbe l’esodo che continua ad esserci e ridurrebbe la loro notevole fatica di vivere.

  6. Da poco è stato stipulato l’accordo Regione Piemonte-Telecom Italia, dove la Regione impegna 15 milioni di euro, Telecom altrettanti, per arrivare alla coprtura del 90% del territorio regionale entro 3 anni. Per ora manca ancora il piano attuativo e si spera che la Regione vigili attentamente perché Telecom Italia rispetti gli impegni presi.
    P.S. Dimenticavo che spesso questi Comuni piccoli hanno problemi con il servizio telefonico di base, la Telecom Italia ha soppresso molti telefoni pubblici per scarsa redditività in queste zone di montagna anche dove la telefonia mobile di tutti i gestori ha grossi problemi di copertura, anche questa è l’Italia.

  7. Pier Luigi (ti do del tu perchè ti leggo da tempo), non tutto il Piemonte digital diviso è a 3000mt con 150 abitanti e 10 galline. Ti garantisco che ci sono comuni senza copertura dsl che vedono i comuni adiacenti coperti ormai da anni. Se si vuol classificare in cittadini di serie A e B a me va bene. Adeguiamo solo i costi, né.
    PS: a Eporedia l’ASL è aperta tutta la settimana 😉

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