Su Repubblica, cronaca di Milano, un articolo racconta oggi l’evoluzione tecnologica degli skimmer.

Le macchinette servono per copiare i dati delle carte di credito “strisciate” nei lettori all’atto dell’acquisto: i dati rubati sono poi usati per creare, con calma in qualche laboratorio, dei cloni delle carte di credito originali.

Fino ad oggi, gli skimmer (installati abusivamente da ladri specializzati) richiedevano che la raccolta dei dati fosse manuale: qualcuno doveva andare presso il punto vendita e in qualche modo portar via l’archivio creato transazione dopo transazione.

Pare che oggi la tecnologia abbia reso la vita più comoda a chi clona le carte di credito: lo skimmer Bluetooth invia i dati nell’etere, pronti per essere “raccolti” a distanza da apposito terminale.

Un unico dato non mi torna dell’articolo di Repubblica…
Il ladro sta comodamente seduto in un’auto parcheggiata fuori dal supermercato, a 50 metri dallo skimmer.

Il SIG ha rilasciato un super-Bluetooth da 50 metri e non mi ha avvisato? Ohibò, io ero rimasto ad una copertura di una decina di metri (che con muri ed altri ostacoli può anche scendere, non aumentare…).

Rimanendo in tema Bluetooth, il SIG ha presentato Transsend, che consente agli utenti dotati di PC e telefoni, di spedire in tempo reale le informazioni consultabili da browser verso cellulari o altri dispositivi portatili. [via]

Devo avvisare Repubblica 🙂

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