Ieri sera sono stato al discusso aperitivo organizzato da Cisco italia, quello dei “100 blogger” per intenderci. Solo per dirvi che a me le polemiche dei giorni scorsi sono sembrate francamente sterili.
Quando decidi di invitare 100 persone, la centoeunesima sarà sempre ingrugnata per essere rimasta fuori. E anche la cinquntesima della lista avrà sempre qualcosa da dire sul come e sul perchè. Al di là di questo, secondo me va apprezzata l’idea, più del metodo.
Sicuramente ci sarebbero state modalità diverse (migliori? peggiori? chissà…) per organizzare l’aperitivo, sicuramente ci sarebbero state modalità diverse anche per condurre la serata, per il dopo serata, per… e così via.
Il fatto è che le aziende si satanno affacciando pesantentemente al mondo dei blog, ma non sanno come fare. Già in un paio di occasioni amici che lavorano nelle PR di grandi aziende o agenzie mi hanno chiesto consigli sul come approcciare i blogger e il mondo dei blog. Francamente, la risposta non credo che ci sia. Sarebbe come chiedere quale sia l’approccio migliore per la categoria dei giornalisti: non c’è. Chi è l’azienda, quale il prodotto, quale il contesto e chi è il giornalista che sta davanti in quel momento: rispondendo a queste domande si può avere un’indicazione di massima, ma non “la” risposta.
Più in là,. è sperimentazione: credo che sia la prima volta che un CEO di un’importante società incontri informalmente un po’ di blogger, e che sia andata bene o male, che ci siano state polemiche o plausi, non è questo che conta: il fatto è che si è fatta sperimentazione, e presto numerose aziende seguiranno.
Ecco perchè la serata di ieri organizzata da Cisco è stata una bella idea. Non è stata una serata perfetta, ma in fondo… a chi interessa? Stefano Venturi è una persona entusiasta e ha voluto fare due chiacchiere con una cinquantina di persone. Bravo, avanti così.
PS: per me è stata l’occasione di rivedere colleghi, amici e incontrare blogger che leggo ma che non avevo mai conosciuto.
PPS: Lele ha annunciato che andrà a lavorare per Cisco. Luca ha annunciato che non potrà farlo più scrivere su Nòva (conosco da vicino queste rinunce… e per chi ama scrivere è un sacrificio non da poco!)
PPPS: Marco, come si chiama la tizia delle skin SL?
qual e’ la strada migliore per le aziende che intendono approcciare il mondo dei blog?
probabilmente con un proprio blog, ma che sia ben fatto. e che porti vantaggi all’azienda [altrimenti non ci si investe tempo].
tempo fa ho letto qualcosa di interessante a proposito dell’utilizzo dei blog da parte di un’azienda. vari guru ed esperti si sono espressi sul tema:
http://tinyurl.com/ysgucb
http://ad.bloogz.com/blog_aziendali.html
http://tinyurl.com/yrvmzv
questi potrebbero essere punti di vista interessante per una societa’ intenzionata ad ‘intrufolarsi’ [in senso buono] nel mondo dei blog e presentarsi da blogger in modo innovativo e aperto [l’aperitivo e’ una buona idea, ma e’ un modo un po’ chiuso, mi sembra].
Max, 3 domande:
1) secondo te Cisco sviluppa qui da noi la sua proprietà intellettuale? Investe sul nostro territorio e sui nostri uomini? (non mi rispondere che qui da noi c’è Cisco Academy; non sono loro che realizzano i brevetti Cisco e…)
2) secondo te Cisco non ha possibilità di pagare Paco Underhill, Regis McKenna e Neil Rackham (tanto per citare qualche colosso del marketing; non sono i nomi più indicati per questo lavoro specifico ma sono gli uomini del marketing che ho in mente in questi giorni) e deve ripiegare sul “comunicatore corporate” Alessio Jacona? (cito Alessio perchè si sta dedicando al corporate blogging, non per qualche motivo particolare; e solo per dire che Cisco, sinonimo di qualità, può e DEVE assoldare il top senza troppi problemi)
3) secondo te Cisco davvero condividerà qualcosa con qualcuno di questi consulenti? (parlo al plurale perchè Lele probabilmente sarà solo il primo… la coda lunga porta a frammentazione del target… il target frammentato rende impossibile fare progetti di marketing… si passa dunque a studiare un metodo di marketing che permetta di adattare efficientemente lo stesso messaggio ad ogni nicchia…)
Hai letto http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1994212 ?
Sto valutando l’ipotesi di scrivere il seguito… un lettore nel forum dice “il push è vivo… ti pushano per farti pullare”; volevo attendere che i bloggers lo realizzassero da soli ma credo che appena avrò finito con il wimax ci torno su…
Orio, devo ancora convoincermi che il modo migliore per parlare alla blogosfera sia aprirsi un blog 🙂
Michele: non sono in grado di rispondere alla 1) (anche se conosco parecchi italiani che lavorano in Cisco nel mondo in posozioni chiave), sulla 2) ovviamente Cisco può permettersi di pagare, sulla 3) dico che sarà obbligata a condividere almeno qualcosa (tutto no: non lo fa nessuno!).
Però non riesco a darti una risposta compiuta e sensata senza capire il perchè delle 3 domande
ps: bello l’articolo 🙂
Max, le tue risposte mi sembrano indicative: 1) Cisco è un’azienda americana, e come tale partecipa a produrre proprietà intellettuale americana (i prodotti vengono sempre costruiti in Cina; quello che è importante nella società dell’informazione non è avere le fabbriche in casa, ma avere i cervelli in casa; possono anche esserci tanti italiani nelle corporation… ma difficilmente questi italiani vivono qui e ancora più difficilmente c’è un ritorno nell’indotto italiano); 2) Cisco ha tutti i consulenti marketing del mondo a disposizione e per quanto i nostri bloggers possano essere preparati bisogna ammettere che esistono dei professionisti con decenni di esperienza che.. ahimè.. sono ben più avanti (ie: il movente non è necessità di consulenti della comunicazione). 3) il marketing si basa quasi sempre su una qualche forma di asimmetria informativa (non puoi fare stealth marketing dicendo che sei un venditore; non puoi fare viral marketing dicendo che l’origine del messaggio è la società che fa il prodotto; etc)…
Su Max, non mi costringere a sparare sulla croce rossa… non c’è un perchè specifico alle 3 domande! 😉