Sto scaricando Muziic per provarlo.
Scrive Luca su LaStampa:
Il software del momento si chiama Muziic e permette di ascoltare in streaming milioni di canzoni, a volte inedite o relative a registrazioni concerti, show televisivi, eventi live. Come fa? Semplice, va a prenderle direttamente da YouTube. Il programma è stato scritto da un ragazzino quindicenne, David Nelson. Pesa appena otto megabyte e ha un’interfaccia molto intuitiva. In cinque minuti lo si scarica, installa e si può cominciare a usarlo.Quanto durerà? Forse pochi giorni. YouTube ha già dichiarato che sta indagando sul modo in cui il ragazzo utilizza i suoi contenuti ed è presumibile che le case discografiche non perderanno tempo a intimarne la chiusura o a provocarla, di fatto, chiedendo una quantità di soldi spropositata per le licenze musicali dei brani.
Il software del momento si chiama Muziic e permette di ascoltare in streaming milioni di canzoni, a volte inedite o relative a registrazioni concerti, show televisivi, eventi live. Come fa? Semplice, va a prenderle direttamente da YouTube. Il programma è stato scritto da un ragazzino quindicenne, David Nelson. Pesa appena otto megabyte e ha un’interfaccia molto intuitiva. In cinque minuti lo si scarica, installa e si può cominciare a usarlo.Quanto durerà? Forse pochi giorni. YouTube ha già dichiarato che sta indagando sul modo in cui il ragazzo utilizza i suoi contenuti ed è presumibile che le case discografiche non perderanno tempo a intimarne la chiusura o a provocarla, di fatto, chiedendo una quantità di soldi spropositata per le licenze musicali dei brani.
Interessanti le osservazioni, riporto la b) perchè è quella che mi è più piaciuta:
le novità più intelligenti e innovative arrivano sempre dal basso, da qualcuno che si pone una domanda semplicissima: “come fare a rendere ancora più efficiente questo servizio?”. Spesso si tratta di ragazzi. E il discorso non riguarda solo la musica, Muziic o Napster. Facebook, Google, YouTube, tutti i servizi più utilizzati dal pubblico di Internet hanno seguito questo percorso: non a caso, li hanno creati dei ragazzi e non dei manager. Dall’alto non arriva mai niente: i grandi gruppi editoriali, i grandi network istituzionali, le multinazionali dello spettacolo o dell’informatica conservano un approccio speculare, a volte addirittura opposto, alla direzione più innovativa del Web. Anche perchè l’innovazione ai tempi del Web spesso rivoluziona radicalmente i loro tradizionali modelli di business.
Lo conoscevate?