L’avevo promesso: tornare sull’argomento buzz marketing dopo il post sullo shampoo antiforfora H&S.
Il post era volutamente ironico-provocatorio, tanto da suscitare reazioni contrastanti tra i commenti e una corretta lettura da parte di Nicola. La sintesi estrema è: è davvero possibile utilizzare il buzz marketing per tutti i prodotti? E’ possibile farlo senza far passare per ‘marchetta’ il post?
Con le attività di PR classiche il meccanismo è consolidato: si manda il prodotto al giornalista, il giornalista – specie se il prodotto è regalato – si sente quasi obbligato a parlarne. Che ne parli obbiettivamente è poi una questione di etica professionale e onestà intellettuale.
Sulla blogosfera, l’etica e l’obbiettività si danno per scontate (anche se è tutto da verificare…). Rimane da capire se il meccanismo del regalo influenzi o meno i post: quando ricevi gratuitamente un prodotto da 5-600 euro e questo non soddisfa, chi te lo fa fare di parlarne male sapendo che se ne parli male la prossima volta sarai escluso dal ‘giro’? Perchè quello che funziona a livello PR con i giornalisti non dovrebbe funzionare con i blogger?
Io vedo il buzz come una estensione on line delle ‘chiacchiere da bar’. Invece che essere seduti al tavolo con gli amici e il quartino di vino, si è davanti al propio computer e si parla ai lettori del proprio blog, suscitando reazioni e attivando discussioni. Il fatto è che ci sono prodotti o servizi di cui al bar non si parla o si parla molto poco. E per questi l’unica via di uscita per fare buzz è dare un argomento diverso rispetto alla pura ‘prova prodotto’.
Che ne pensate?
Ti dico come la penso facendo un esempio pratico, di questi giorni. Prendiamo il nuovo profumo Bulgari. Se trovo il campione dentro vanity fair lo annuso spargendo per l’aere il suo intrigante profumo inondato di note di gelsomino e te’ verde (sto inventando) e lo trovo molto cool non vedo cosa ci sia di male nel parlarne. Ho un blog, mi piace una cosa, ben venga parlarne, condividere la propria esperienza con gli altri. Quante volte ho rubato la ricetta a Sara Maternini e quante volte mi è capitato di andare in un locale o in un negozio dopo aver letto l’esperienza positiva di altre persone.
Invece appena leggo un post che inizia con “ho ricevuto da buzz paradise questo o quello e la confezioncina da 40ml e bla bla bla e bla bla bla)” dico ecco ci siamo un post inutile o quanto meno non “affidabile”. Personalmente non mi fido ma magari influenza positivamente altre persone!
Quindi lato mio trovo che a risentirne sia la marca. E che se una marca ha un buon prodotto, sarà non sarà la rete a farlo emergere ma in quel caso non sarà così importante per il suo successo (che avrà comunque, perché non credo che il successo in rete vada a pari passo con il successo di mercato)
Penso che se un giorno molto lontano smetterai di lavorare per H3G possiamo inventarci delle forme di buzz marketing CON e A FAVORE del quartino di vino, visto che da queste parti non manca 🙂
@gottama: non possiamo iniziare subito? 🙂
@chiarula: secondo me frequenti dei bar diversi dai miei 😛
scherzi a parte, sono d’accordo con te ma diciamo che il buzz marketing serve esattamente per creare un buzz dove non ci sarebbe stato spontaneamente (o per rafforzarlo). Di uno shampoo un profumo una crema difficilmente si parla in rete, se buzzi alla blogosfera sicuramente induci più discussioni. No? 🙂