Latito un po’ in questi giorni, impegnato nel lancio del nuovo INQ1 e di tutte le attività Web che lo circondano (poi ve le racconto con calma anche se su Facebook e Twitter cerchiamo di mettere aggiornamenti costanti).
Nel frattempo apprendo da una Adnkronos che una serie di parlamentari hanno costituito un gruppo di lavoro per “definire regole e procedure condivise nell’utilizzo di Internet affinche’ la Rete diventi realmente uno strumento di promozione e crescita e non un elemento di ostacolo o di freno allo sviluppo”
L’Intergruppo parlamentare 2.0, presentato alla Camera, prevede “il confronto tra politica, imprese e cittadini sul cosiddetto web 2.0 (espressione che indica tutte quelle applicazioni online che permettono l’interazione tra sito e utente”.
Sempre dall’agenzia: “a promuovere l’iniziativa Beatrice Lorenzin, Roberto Cassinelli, Nicola Formichella del Pdl; Sandro Gozi, Paola Concia, Federica Mogherini, Alessia Mosca, Vinicio Peluffo, Vincenzo Vita del Pd; Massimiliano Fedriga della Lega, Matteo Mecacci dei Radicali e Pierfelice Zazzera dell’Idv”.
Prima di giudicarne l’operato, ovvio che sia necessario vedere in che direzione si muova questo gruppo di lavoro. Un campanello d’allarme personale suona quando leggo che “l’intergruppo parlamentare parte dalla consapevolezza che Internet e’ una grandissima occasione di crescita e di liberta’ e che l’Italia ha tutto da guadagnare dalla diffusione dell’accesso alla Rete. Bisogna pero’ combattere i fenomeni negativi generati dai nuovi mezzi di comunicazione, come la violazione di copyright, la pedopornografia online, l’istigazione ai reati in via telematica, la violazione della privacy”.
Mi colpisce soprattutto la frase che indica quali sono i fenomeni negativi generati dal Web, quasi che il mondo senza Internet fosse un mondo perfetto. Vedremo le proposte che usciranno, la notizia positiva è che il gruppo di parlamentari sembra perlomeno alfabetizzato (internettianamente parlando), ha un proprio blog, si doterà di un’agenda di lavoro ed tra loro ci sono promotori di proposte anti-D’Alia – l’emendamento sulla repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet – (Cassinelli), promotori della net neutrality (Vita) e difensori di YouTube nel caso dei video sul bambino Down (Formichella). Stona la Lorenzin (che aveva proposto di oscurare alcuni siti per ‘istigazione a bulimia e anoressia).
Che ne pensate?