[disclaimer: lavoro per 3]
Antefatto: nella puntata di stasera di Rai3 uno dei ‘casi’ trattati riguardava 3, con cittadini che avevano subito un furto di identità (sim card intestate a loro nome senza che lo sapessero) e avevano dunque ricevuto fatture non attese. Si tratta ovviamente di una truffa doppia: ai danni del cittadino (che si vede arrivare fatture) e ai danni della società (che magari ha anche inviato un cellulare gratuitamente). E’ normale che i ‘clienti’ non debbano pagare le fatture ed è normale che la società si tuteli contro questo tipo di truffe, denunciandole e collaborando con la Polizia Postale.
Tornerò probabilmente nei prossimi giorni a trattare il tema dal punto di vista della comunicazione (andare o non andare in trasmissione, errore o no?), per adesso approfitto di questa bacheca virtuale per postare la lettera completa che 3 ha inviato alla redazione, senza che di questa ne sia stata data lettura. Ai prossimi giorni i commenti 🙂
Gentile Dott. Vianello,
abbiamo scelto di non partecipare direttamente alla Sua trasmissione, non solo perché in precedenti occasioni non ci è stato consentito di esprimere compiutamente il nostro pensiero, ma anche perché il tema della puntata interessa trasversalmente l’industria delle tlc, ma solo all’operatore più piccolo e ultimo entrato nel mercato viene chiesto di intervenire.
Per queste ragioni abbiamo deciso di dare voce alle nostre posizioni attraverso una lettera invece che attraverso una partecipazione diretta.
Il tema della puntata, ovvero il furto d’identità per attivare un servizio, è scottante e interessa diversi settori merceologici, e non solo le telecomunicazioni.
Si tratta di un’attività evidentemente illecita, che crea disagi ai consumatori (e di questo non possiamo che rammaricarci), ma anche danni economici e di immagine alle aziende. La cronaca giudiziaria ne dà ampio conto e interessa gli operatori del mobile e del fisso, che sono parte lesa perché perdono il valore del traffico illecitamente effettuato e gli stessi apparecchi telefonici ma, nonostante questo, devono salire sul banco degli imputati.
Come gli altri operatori, 3 Italia affida la propria attività commerciale, oltre che a negozi propri, anche ad un’estesa rete di punti vendita indiretta, che a loro volta si avvalgono della collaborazione di agenzie. La procedura per attivare una Sim è definita dal Codice delle Comunicazioni, dalle norme in materia di trattamento dei dati personali e dalla legge 31 luglio 2005 n. 155 (ex decreto Pisanu).
In particolare, all’atto della sottoscrizione della modulistica di attivazione, il rivenditore è tenuto contrattualmente a identificare il cliente mediante un documento di identità valido e originale, a compilare in ogni sua parte il modello predisposto da “3” e ad allegare allo stesso una fotocopia del documento identificativo esibito dal cliente, secondo quanto previsto dal contratto di rivendita e dalle istruzioni operative imposte da “3” ai propri rivenditori.
E’ evidente che, nei casi di inottemperanza da parte di un proprio rivenditore, 3 Italia interviene direttamente, tutelandosi in sede civile e penale, come testimoniano le varie denunce presentate presso i competenti Uffici giudiziari o di Polizia.
In altri casi è la persona che attiva l’utenza ad essere in possesso di un’identità fittizia, riuscendo quindi a superare i controlli effettuati nel punto vendita. Il risultato non cambia: l’operatore telefonico è, al pari del cittadino al quale l’identità è sottratta, vittima del reato.
In tutte queste situazioni, a fronte di una semplice denuncia dell’accaduto da parte dell’interessato, 3 Italia interviene per stornare le fatture emesse o per rimborsare l’importo eventualmente addebitato in presenza di domiciliazioni bancarie. La presentazione della denuncia è un atto indispensabile per la tutela del cliente e della azienda.
Nello specifico, vorremmo sottolineare che il caso dei coniugi Sorrentino è già stato gestito dal nostro servizio clienti che ha riconosciuto il furto d’identità, annullato le fatture emesse e disattivato le relative Sim card.
Quello del signor Cianci è un altro caso di disconoscimento, attualmente in corso di gestione.
Nei casi dei signori Carbone e Colombo, purtroppo, non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di disconoscimento delle utenze, che provvederemo a disattivare non appena ricevuta la documentazione.
Nel caso della signora De Vivo, il disconoscimento era stato correttamente effettuato, ma il fax relativo non è stato elaborato per un nostro errore materiale, di cui ci scusiamo con la cliente, alla quale stiamo stornando le fatture emesse.
I casi analizzati dimostrano che il punto focale nella gestione di un’attivazione fraudolenta è il disconoscimento dell’utenza da parte dell’interessato, attraverso una denuncia alle forze dell’ordine, da trasmettere a 3 Italia.
3 Italia, di conseguenza, procede alla disattivazione dell’utenza e, nelle offerte in comodato d’uso, provvede anche al blocco dei terminali, considerando il contratto mai validamente concluso. Quindi storna gli importi insoluti o riaccredita quelli eventualmente percepiti.
Per quanto riguarda la prevenzione e la repressione di quest’attività illecita, teniamo infine a ribadire che 3 Italia sta collaborando attivamente con le Forze dell’Ordine, come testimoniano i recenti casi di Latina e Ravenna, riportati dalla stampa e dalla televisione nazionale.
Ringraziando per l’ospitalità, inviamo i nostri più cordiali saluti.
Gian Marco Litrico
Direttore Relazioni Esterne, 3 Italia