Ogni giorno mese 450mila persone accedono alla versione mobile di Corriere.it. Gratuitamente, pagando all’operatore mobile il costo della connessione ma fruendo senza costi dei contenuti, come del resto accade sul sto ‘fisso’ di Corriere.it.
Da oggi non sarà più così, come spiega lo stesso Corriere della Sera dedicando sull’edizione cartacea due pagine che illustrano la strategia multimediale.In estrema sintesi, le notizie diventano a pagamento: diverse formule commerciali e declinazioni a seconda del terminale e dell’operatore, ma la sostanza è che per leggere corriere.it si paga.
Per iPhone è previsto, dopo due settimane di prova gratuita, un abbonamento mensile a 4,99 euro, trimestrale a 11,99 e annuale a 44,99. Per i Blackberry e per i terminali Vodafone 360 si pagano rispettivamente 2,99 dollari (circa 2,30 euro) e 2,5 euro per il download dell’applicazione, l’accesso non ha limitazioni per ora ma nelle prossime settimane sarà introdotto come per iPhone un abbonamento. Per chi accede via cellulare senza scaricare applicazioni specifiche, si pagano 2 euro a settimana con Tim e Vodafone (Wind partirà a maggio) e 9 cent a pagina vista per i clienti 3 Italia.
Gli altri giornali? Arriveranno, su questo credo ci sia poco spazio per la discussione: è una questione di tempo, non arriveranno probabilmente tutti e non subito, ma nei prossimi mesi credo che le principali testate on line sperimenteranno la strada scelta da Corriere.it.
“Ah ma basta accedere al sito fisso!” uno dei commenti più gettonati. Per adesso, rispondo io: anche in questo caso, forse servirà solo qualche mese in più ma è certo che gli editori (non tutti, ovvio) siano pronti a monetizzare anche l’accesso alle notizie on line da Pc. L’ostacolo principale è il pagamento: come (microbilling, abbonamenti su carta di credito, …?) e con che risultati (l’utente mobile è in qualche modo abituato a pagare servizi via cellulare, l’utente fisso molto meno).
Strategia suicida? Colpi di coda di un mondo alla disperata ricerca di nuovi flussi di denaro? Scelta vincente? Sarà interessante parlarne qui, ma anche il 21 aprile al Festival del Giornalismo di Perugia!
farebbero bene a imparare dal guardian, invece…
Christian, secondo te il modello Guardian puo’ funzionare?
Non escludo che il guardian in futuro possa cambiare idea, ma direi che ora come ora mette online contenuti notevoli, a differenza di altre testate e punta soprattutto sulla qualita’ di quello che scrive… se penso al fatto di dover pagare per i mediocri articoli di certi giornali italiani… penso proprio che pure il business delle news a pagamento abbia poca possibilità di funzionare. Triste comunque questo approccio in cui il Corriere, ad esempio, diventa “magicamente” a pagamento sui telefonini grazie all’accordo con le telco…
Io ho chiuso con il corriere!
Si puo’ dire che c’e’ un modo legale per accedere ugualmente ai tre siti?
ovviamente