Google propone una Rete neutrale e senza limitazioni sul fisso, mentre insieme a Verizon propone che Internet mobile possa essere esente dalla neutralità.

Indipendentemente da come la si pensi (Mante parla di vergogna, Luca si chiede perchè fisso e mobile dovrebbero essere diverse) e ricordando che nel nostro Paese esiste già un operatore mobile che fa traffic shaping (Vodafone individua la tipologia di traffico e blocca quello che non piace, come VoIP e P2P), a me sembra un segnale fortissimo da parte di Google.

La società di Mountain View sta pensando ad una propria rete mobile? Sta preparando il terreno per il futuro? A guidicare dalle posizione prese sulla neutralità, potrebbe non essere un’ipotesi così remota…

4 pensiero su “Internet a due velocità”
  1. Sono sempre stato dell’idea che avrei voluto vedere Microsoft come player di mercato sulla telefonia mobile, al punto che pensavo “ai tempi del lancio dell’UMTS” che potesse andare in soccorso dell’allora IPSE2000. Eppure, nonostante tutto, il coraggio per questo passo non c’è mai stato. Google? Può darsi, ma non in Italia e non su rete UMTS. Forse il wi-max sarà il futuro? Insomma non ne sono certo. Di una cosa sono però convinto: la catastrofe operativa ai tempi della gara UMTS, quella che avrebbe dovuto essere la gallina dalle uova d’oro, è stata totale! Il fulcro dell’errore “a mio avviso” del legislatore, è stato quello di tenere il focus sull’aleatorietà delle bande di frequenza, disinteressandosi dell’interconnessione dei siti tra tutti gli operatori. Ci fu troppo fumo e poco arrosto operativo. Se fossero stati più lungimiranti, oggi avremmo avuto la più moderna rete multibrand al mondo. Si doveva passare alla logica del wire as a service, ma si è persa l’occasione buona. Se google o chi in alternativa volesse offrire un certo tipo di servizio, difficilmente riuscirà a proporlo a pagamento, se non inventandosi qualcosa di nuovo. Staremo a vedere, ma le prospettive non sono ancora delle migliori, occorre una rievoluzione del pensiero per riuscire a generare ROI positivi. Non è facile, anche se di fatto, google ci ha abituati a cose interessanti, almeno ben viste negli USA, ma più contenute nel vecchio continente.

  2. Bruno, concordo su parte dell’analisi, solo una piccola precisazione: in Italia la telefonia mobile è per quasi tutti una gallina dalle uova d’oro (3 operatori su 4 macinao miliardi di utile ogni anno, e il quarto che lentamente va verso il pareggio), per cui il ROI è decisamente positivo 🙂

  3. Yes, su quello non ci piove, e il ROI non lo colpevolizzo, anzi, va sempre valutato, e lo si deve gestire giorno per giorno; tuttavia io sto già guardando oltre e il 4G, sarebbe stato bello vederlo con una rete nazionale unica, intesa come “bene nazione” staccata dai gestori dei servizi. La famosa scissione delle rete Telecom, fisso mobile, io non la avrei vissuta così male. Preferirei una rete accessibile a tutti in maniera paritaria e una licenza di MVO o Cable VO per tutti e non farei proprio più differenza fisso o mobile, dati o voce, almeno lato visione cliente. La neutralità delle rete prospettata da Google, sa di troppo buonismo è un finto problema. Un finto problema urgente. Se vuoi più dati e in maniera più veloce, paghi di più, mi pare scontato. La Ferrari non costa quanto la Panda. Se uno investe per potenziare rete o servizi, è giusto ricevere un plus dal cliente. La cosa negativa sarebbe stata il “rallentare”, cioè spendere soldi per limitare, il che è assurdo. Però se voglio più banda o se come leva di marketing, decido di investire in un motore di ricerca e pago per il posizionamento, sinceramente, se la cosa è trasparente, non ci trovo nulla di male. Magari metto due quadretti separati, i risultati standard con filtri cosidetti paritari e casella colorata con risultato a pagamento. E qui ritorno ad un precedente post in cui esprimevo il dubbio sulla forza e congruenza di quello che si cerca. Chi mi dice infatti che l’attinenza non sia funzionale al modo errato con cui imposto la ricerca? A me, tutto sto essere tutti uguali in rete, lascia molto perplesso perchè il punto cruciale non è quello. Poco importa IMO se per trovare i risultati ci si mette 4,23 secondi o 5,44 ciò che è importante è la qualità dell’informazione ricevuta. Se il matching non va bene, alla faccia del secondo di differenza, io alla fine perderò decine di minuti di tempo, leggendo cose non attinenti. In questo senso, la neutralità delle rete diventa uno svantaggio. Cercare Parmigiano Reggiano, e non avere un link con il rimando al sito ufficiale, mi pare un peccato mortale. Quindi, pari diritti su velocità di ricerca, ma anche pari diritti di risultato? Cioè, la pagina Mozzarella di bufala campana “del produttore” deve avere un ranking uguale alla notizia “nozzarella di bufala ricette pronte all’uso”? Io credo di no! Concetti universali, a seconda di come li si analizza diventano tanto, tanto relativi e quello che appare bello concettualmente “essere paritari” diventa spesso, inconsistente sotto il profilo dell’utilità e ancora peggio, come dico spesso: una indicizzazione e un risultato non attinente, fa perdere tempo, perdere denaro e inquina. Ecco a cosa dovrebbero pensare le aziende… milioni di pagine di contenuti trovate in pochi sencondi, sono futili e inquinanti se non attinenti a quello che si cerca.

  4. Rispolvero questo intervento, perchè anche Telefonica ha mollato una mazzata al concetto di neutralità. E’ proprio vero che quando si utilizzano termini in maniera fuorviante, si danno messaggi anomali. La neutralità dovrebbe essere nell’accesso e non nell’utilizzo. Ovvero, si sta trattando la rete come risorsa infinita, ma non lo è. Chi più la usa, più consuma, quindi più inquina, genera più traffico, ovvio, ma 10 ore di uno in chat solo testo, equivale ad un’impronta eco-digitale di poche decine di minuti su youtube! Trovo quindi assurdo, vista la limitatezza della risorsa che i pesi siano gli stessi. Come tale, se ad una prima analisi può sembrare osceno limitare la banda a chi ha fatto incetta di risorse, poichè la rete è di tutti, che ben venga il depotenziamente forte per garantire un corretto balance a tutti. La cosa importante è sempre quella di essere chiari con chi acquista un servizio. Fino ad un traffico definito standard, ben parametrizzato, ti lascio libero di scorrazzare come vuoi, oltre, devi sapere che stai intaccando le risorse digitali di chi, come te, ne ha altrettanto diritto e come tale ci sarà un conto da pagare. La cosa interessante è che in effetti, non ho sensito in giro che connettersi a youtube o altri spazi di questo tipo, comporti ritorni degli investimenti tali da garantire una corretta crescita delle aziende che giustamente investono e si aspettano un certo tipo di ritorno. Quindi, evviva la libertà, purchè generi situazioni di equilibrio non precario. La rete “non è” una risorsa infinita, la rete “partecipa all’inquinamento del pianeta” e come tale, deve disporre di adeguate linee guida. Costi supplementati per i fruitori massivi sono importanti per intervenire con l’implementazione di soluzioni a più basso costo, sia attivo che passivo. Storage più efficiente, greend servers, web farm alimentate da fotovoltaico, eolico, etc.. questa è la vera green economy, sia per l’ambiente che per il portafogli. Gli eccessi storpiano sempre, se diventano o passano per standard consolidato. Le tecnologie odierne non permettono una gestione a basso costo della bit bulimc generation

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