Interessante articolo sul Corriere della Sera: Google ha più dati del Governo americano dunque il calcolo dell’indice dell’inflazione è più completo.

Insieme alle ricerche su Internet e alla pubblicità, dalla sua pagina passa anche una quota così vasta degli acquisti online che chi controlla Google ha un quadro dell’economia globale più chiaro di quello disponibile a molti governi. Hal Varian, capoeconomista di Google, è consapevole del valore della massa di dati che può raccogliere. Per questo ha iniziato a creare un indice d’inflazione che per certi aspetti più completo di quello ufficiale del governo americano. II Cpi (Consumer Price Index) dell’ufficio statistico dell’amministrazione federale viene raccolto con un’indagine porta a porta su un campione limitato dei esercizi commerciali. II Gpi (Google Price Index) è invece basato sull’intero panorama, sconfinato, di tutti gli acquisti su web conclusi passando per il portale di Mountain View. Secondo Google, l’economia americana sarebbe già in deflazione dall’inizio dell’anno. L’indice ufficiale del governo segnala invece prezzi freddi, ma pur sempre in leggero aumento: tolti i fattori instabili come il cibo e l’energia, il ritmo di incremento annuo negli Stati Uniti sarebbe dello 0,9%.

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