La decisione di Telecom Italia di bloccare alcuni servizi sulle proprie connessioni ADSL (Guido Scorza ne fa un’interessante analisi su Punto Informatico) ha (ri)portato al centro del dibattito la neutralità della rete.

E se qualcuno si ostina a considerarla una cosa normale (“Il traffic shaping alle condizioni descritte è una scelta certamente nell’interesse degli utenti” è la frase che, al di là delle reazioni, riassume benissimo l’argomento), moltissimi sono invece preoccupati della deriva che l’Internet nostrana sta prendendo.

Un plauso a Telecom che, attraverso Salvo Mizzi, ha spiegato la scelta con una volontà di interagire lodevole. Secondo Telecom, il blocco avviene senza ispezionare il dato contenuto nei pacchetti (eppure si fa, come ammesso, deep packet inspection e i software commerciali analizzano la tipologia di traffico: rimane la domanda sul tipo di packet inspection che usa Telecom per riuscire a capire la tipologia di traffico da bloccare senza ispezionare il pacchetto stesso) e che le uniche centrali a subire il blocco saranno quelle con backhauling in rame o ponte radio (pare ci sia l’elenco sul portale Wholesale, qualcuno conferma? E perchè non mettere l’informazione a disposizione dei clienti, che sono quelli impattati da questa scelta?).

In un recente grafico dell’autorità inglese delle Comunicazioni, l’OfCom, si possono osservare i diversi livelli di gestione del traffico Internet possibili. Dalla gestione best effort (a sinistra) fino al blocco del traffico dei concorrenti, passando per diversi ‘livelli’.

Una rete neutrale significa muoversi verso sinistra, mentre Telecom Italia con la sua decisione si muove verso destra. Apprezzo il tentativo di Telecom di spiegare la propria decisione, ma continuo a ritenerla pericolosa per il futuro della Rete.

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