Piccola nota sull’innovazione italica, anche in edicola. Il mensile Wired di Condè Nast diretto da Riccardo Luna, secondo i dati certificati ADS, ha dimezzato a dicembre 2010 le copie vendute rispetto al dicembre di un anno prima.
Per la precisione, erano 32.473 e sono diventate 17.707. Chi comprava nel 2009 in edicola si è abbonato grazie alle (spesso aggressive) campagne Condè Nast? Ad occhio no: diffusione media sostanzialmente stabile (meno un per cento circa, passata a 87.626 copie dalle 88.358 del 2009). La domanda che molti si fanno è cosa accadrà quando la ‘massa’ di abbonati andrà a scadenza: se lo chiede probabilmente anche l’editore, che ha iniziato una campagna di telemarketing per rinnovare in anticipo gli abbonamenti attuali a prezzi davvero stracciati.
Un altro dato che colpisce è la differenza tra tiratura media (133375) e diffusione media (87826): la resa è altissima (41656), circa un terzo delle copie stampate. Perchè una tiratura così elevata se in edicola la rivista non vende e il numero degli abbonati è costante? Se le copie vanno al macero, forse l’ambiente potrebbe beneficiarne se se ne stampassero meno…
Non capisco nulla di media, come è noto, per cui ho chiesto – senza fare il nome della rivista – ai mie contatti sui social network cosa ne pensassero di una rivista che ha questa dinamica di mercato. “Che c’è qualcosa che non funziona nella linea editoriale” la risposta più gentile, “Che si avvia verso il declino” quella più pessimista.
Beh, che dietro gli abbonamenti a 2 lire ci fosse la volontà di far grandi numeri subito è stato chiaro sin dall’inizio…
Interessantissima questa comparazione. Concordo con Napolux, abbonamenti a 2 anni a prezzi assurdi e telemarketing forsennato (e ci sono caduto pure io, a 18 euro e rotti 2 anni di Wired tutto sommato non mi dispiacciono). Ma sulla diffusione così ridotta c’entra sicuramente la grande selettività di target della rivista. Sul calo, fine dell’effetto novità? Prezzo stellare (4 euro)? Non saprei dire.