Dopo poco più di due anni, Riccardo Luna non sarà più direttore di Wired in Italia. La notizia era nell’aria ed è lo stesso (quasi ex) direttore ad annunciarlo su Twitter. Al suo posto, Carlo Antonelli attuale direttore di Rolling Stone.
La nota non dà ovviamente conto di vincitori e vinti (“La decisione del cambio di direzione è legata ai crescenti impegni esterni (convegni, incontri) di Luna come portabandiera nella battaglia di ‘Wired’ per l’innovazione e alla volontà dell’editore di modificare l’approccio informativo del mensile rendendolo fruibile per un pubblico più ampio.”) come da copione, ma la frase finale conferma che il principale problema dell’attuale rivista sono le vendite.
Al di là dei mie personali giudizi sull’impostazione della rivista, in bocca al lupo a Luna per il futuro.
Sperando che il ” modificare l’approccio informativo del mensile rendendolo fruibile per un pubblico più ampio ” non significhi un appiattimento del livello qualitativo di Wired a quello di altre riviste del gruppo Condè Nast. ( GQ , Glamour , Vanity ecc )
La nota è un bellissimo esercizio di comunicazione con motivazioni contorte, perché si può anche leggerla così: siccome come direttore di Wired è impegnato in tante iniziative (come portabandiera di Wired), non ha tempo di fare il direttore e quindi dobbiamo mettere qualcun altro alla guida del giornale (però se dopo non è più direttore, anche gli impegni da portabandiera di Wired decadono, a meno che non li segua “in proprio”). Poi già che ci siamo modifichiamo l’approccio informativo, affinché da rivista di nicchia diventi rivista di massa.
Luca, l’appiattimento qualitativo di Wired è un non-problema: se oggi non vendeva, è perchè non ha spazio di mercato fatta come era fatta. La qualità di una rivista è soggettiva, a qualcuno poteva piacere a qualcuno faceva schifo…
Dario anche io ho notato l’equilibrismo… va beh in un comunicato cosa vuoi che dicano? l’abbiamo mandato a casa? improbabile che lo scrivano 🙂 la distonia è tra la partecipazioni agli eventi (quasi tutti targati telecom, per altro) come direttore di wired, non come presenza personale: se non è più direttore, non va più agli eventi.
Appunto, con tutti i modi che esistono per non dire “così non ci andava bene”, hanno motivato il “divorzio” con un paradosso. Anche queste sono scelte…
IMHO, forse più che il nuovo direttore, sarà da tenere d’occhio il vicedirettore.
A un “uomo immagine” (che si spera anche concreto) è stato affiancato Marco De Martino – personaggio che mi dicono molto concreto…