Ci risiamo: dopo l’incendio che ha mandato ko i server di Aruba, nei giorni scorsi l’ennesimo down (non che prima il servizio sia stato esente da problemi). Qui il comunicato ufficiale.
Problemi non banali, non solo perchè lasciano offline migliaia di clienti ma anche perchè su alcuni presupposti di affidabilità sono state assegnate le licenze della posta certificata PEC.
Al di là dei problemi tecnici, delle soluzioni adottate, delle questioni legali e delle minacce di class action, la mia attenzione va alla gestione fallimentare della comunicazione.
Il canale Twitter dell’azienda, ‘inaugurato’ durante l’incendio e utilizzato per mandare comunicazioni ai clienti durante il down del sito aziendale Aruba.it, è stato lasciato completamente abbandonato a sè stesso durante questo secondo incidente.
Solo (vecchia) pubblicità, mentre su Twitter si scatenava l’ira degli utenti. Nessun aggiornamento, nessuna notizia, nulla. Problema l’8 luglio, scarno twit il giorno seguente per scusarsi del disagio e linkare il comunicato ufficiale.
Come fa notare Gigi,
Aruba.it diventa una perfetta case di reputation da utilizzare e portare da tutti i clienti e prospect, convegni e saggi, da qui ai prossimi anni perché un volta tutti possono sbagliare, la seconda, riuscendo anche a peggiorare la comunicazione, è francamente difficile. Vi invito tutti quanti a parlarne e portare a conoscenza questi errori.
Social media manager necessario? Secondo me no: basterebbe il buon senso per capire che se apri un canale di comunicazione, lo devi coltivare.