Ho un vizio, lo ammetto subito: dopo decenni di ‘poltronite’ acuta – quella strana malattia per cui le persone non fanno mai nulla per amore, ma solo per conquistare poltrona, potere e consulenze varie – nella nostra classe dirigente, tendo ad analizzare qualsiasi iniziativa sotto questa luce.
Era stato così per Agenda Digitale, non fa eccezione il Comitato Digitale per Matteo Renzi presentato nei giorni scorsi. A maggior ragione dopo lo scambio di battute tra alcuni vecchi promotori di Agenda Digitale:
– Marco Zamperini, che su Facebook ha commentato così: “Mi spiegate perchè fate questo endorsement a Matteo Renzi ? Io proprio non lo capisco e mi dispiace davvero che abbiate regalato ad un politico tutta l’ iniziativa di Agenda Digitale, che avevamo pensato come pungolo a tutta la politica. Ne discutiamo pubblicamente ?”. Dove la risposta del comitato pro-Renzi è stata… No.
– Massimo Melica, attaccato in maniera davvero squallida da Salvo Mizzi via Twitter.
I ‘promotori‘ sono tutti nomi di spicco nel panorama digitale italiano: Paolo Barberis, Frieda Brioschi, Angelo Falchetti, Peter Kruger, Salvo Mizzi, Stefano Quintarelli, Layla Pavone, Eugenio Prosperetti, Francesco Sacco.
Basta poco a togliersi il dubbio che il comitato abbia a cuore un tema – il digitale – che non ha un vessillo politico (e quindi più che lecito il dubbio di Zamperini), che non ha nemici (e quindi, perché l’attacco gratuito a Melica?) e che è interesse del Paese e non mero strumento per arrivare a poltrone, consulenze, favori ‘di ritorno’ da Renzi.
E’ davvero facile… è sufficiente che Paolo Barberis, Frieda Brioschi, Angelo Falchetti, Peter Kruger, Salvo Mizzi, Stefano Quintarelli, Layla Pavone, Eugenio Prosperetti, Francesco Sacco dicano adesso che rifiuteranno qualsiasi incarico, consulenza, attività remunerata dallo Stato o dal Partito Democratico.
Se lo fanno per amore del digitale, sarà facile e indolore. Se non lo faranno, almeno sapremo che l’amore ha un obbiettivo secondario e potremo serenamente valutare fatti ed opinioni.