Quella dei taxisti è una lobby. Una casta, quasi intoccabile. Un gruppo chiuso, in cui le (costose) licenze sono quasi tramandate di padre in figlio o trattate come ‘assicurazione’ sulla vecchiaia.
Quella dei taxisti è una categoria che difende privilegi acquisiti negli anni. Un agglomerato di vantaggi e barriere all’ingresso che ne fa una ‘cosa’ praticamente intoccabile. Un insieme di lacci e lacciuoli impedisce di scardinare lo status quo.
Internet però è più forte delle lobby. Prendete Uber, un’applicazione per smartphone che permette di prenotare un’auto a noleggio con conducente: auto comoda, pulita, che accetta carta di credito, puntuale, rapida, senza soprese.
Quando viaggiavo spesso a Roma per lavoro usavo Samarcanda, una cooperativa che si avvicina molto al concetto su cui si basa Uber. Ogni volta – o quasi – che ho preso un taxi ‘normale’ in Italia ho avuto la sensazione che qualcosa non andasse.
Ci vanno 8 occhi per sperare che non succeda nulla (dai supplementi corsa inventati al tragitto allungato ad hoc, dall’auto vecchia e sporca alla mancanza di un POS per pagare con carta di credito).
Ben venga l’innovazione, ben vengano applicazioni che permettono di scardinare un sistema medioevale che crea inefficienze ed extracosti. Benvenga un servizio che costa il 10% ma che si può davvero chiamare servizio di qualità.Vediamo cosa capita a Milano dove a Uber si sta per affiancare Ezdriver.
E quando leggo di taxisti minacciati e picchiati mi vien voglia di fare un post per dire che no, le minacce dei taxisti non servono: basterebbe dare un servizio degno di questo nome, i clienti non vogliono che quello. E sono anche disposti a pagare.
Non lo so Massimo, il discorso è complesso.
Ne parlavamo qualche giorno fa su FB con Stefano Vitta e Fabio Lalli.
Io segnalavo questo link: http://bit.ly/136Ymwu
e poi proseguivo con queste considerazioni:
” Io spero in un paese dove siano le istituzioni a cercare la vera innovazione per certi servizi, con regole certe che garantiscano efficienza, qualità del servizio e tutela del consumatore. Poi ovviamente è corretto che anche chi il servizio lo offre, magari investendo di suo, possa operare con regole chiare nel rispetto di una sana competizione. Ovviamente il sistema deve fare in modo che tutti paghino le tasse (le stesse) in funzione del fatturato generato (gli stessi tassisti a mio avviso denunciano solo quello che fa loro comodo). Infine non si deve permettere mai a qualsivoglia lobby di turno di creare timori e influenzare decisioni. Oggi parliamo di trasporto pubblico ma lo stesso discorso potrebbe essere esteso a altri ambiti. Forse, vivendo in Italia, comincio a convincermi che sto chiedendo troppo.”
Andrea direi che sono d’accordo al 100%. Il sistema nel suo complessod eve essere trasparente, competitivo e generare valore per chi lavora e per chi usa il servizio.
Oggi non è così, dopo 30 anni in cui nulla è cambiato ed ogni tentativo è stato ‘ucciso’ dalla categoria dei taxisti (ricordo gli sciperi e le rivolte quando Alemanno voleva aggiunge qualche licenza per aumentare i livelli di servizio romani) l’unica speranza è qualche innovazione dall’externo che apra crepe nel sistema e lo costringa a cambiare.
Complimenti,classico articolo scritto da chi non ha la minima idea di cosa sta parlando.
Il servizio taxi è regolamentato in tutto il mondo con leggi precise che hanno lo scopo di tutelare il cliente(e non il contrario come stà affermando lei), dove invece è stata presa la direzione della deregloamentazione i prezzi dei taxi è raddoppiato e la qualità del servizio è precipitata.Non per nulla stanno ritornando ad un sistema regolamentato.
http://eurotestmobility.com/eurotest.php?itemno=402
Potrà notare che i taxi di milano sono al 4 posto come miglior servizio, mentre tariffe sono nella media bassa nonostante abbiamo costi di gestione più alti.
Guardi invece la classifica della libertà di stampa italiana
http://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_di_stampa_(rapporto_Freedom_House)
Qui si che c’è da vergognarsi .
Se domani dovesse andare a malpensa puo scegliere tra taxi,ncc, mpx express e shuttle…questa lei come la chiama? Io concorrenza.
Ma vediamo cosa offre uber,in realtà nulla che già non ci sia.
App per chimare i taxi? già esiste da 2 anni circa.
Auto di lusso? già esistono e si chiamano ncc.
Pagamento con carta?Già c’è, basta richiedere un taxi con carta.
Uber di suo non rischia nulla ma obbliga i noleggiatori ad infrangere le leggi ai se pizzicati dalle forze dell’ordine viene ritirato il libretto.
Ma come vengono calcolate le tariffe? Con un tassametro NON omolagato e NON piombato e NON controllato come quello dei tassisti, tra l’altro i noleggiatori per legge NON possono avere un tassametro.
E chi decide la tariffa? quella dei tassisti viene calcolata con il comune , con lo scopo di permettere al tassista di mantenere un servizio efficente e di ricavarci uno stipendio costando 0 alla colletttività e i tassametri sono piombati.
Quella di uber la decide uber senza nessun controllo e vuole sapere a cosa porta questo?
http://gothamist.com/2012/11/04/uber.php
http://soentrepreneurial.com/2012/01/02/hey-uber-i-like-your-ride-but-not-sure-its-worth-the-143-you-charged-me/
In poche parole come c’è una situazione di aumento di richiesta come scioperi,fiere o peggio, causa calamità naturali come già successo a NY uber tira su i prezzi… alla faccia dei consumatori.
Ah per colmare le sue immense lacune la informo anche che non sono solo i tassisti contro una concorrenza (come la chiama lei) che viola le leggi ma anche i noleggiatori con conducente (ncc).
quanto scritto sopra L’ho copia/incollato da una rsposta ad un’altro articolo e onestamente non avevo voglia e ne tempo di rispondere da 0 quindi sè c’è qualche riferimento fuori luogo capisce perchè.
Ora da lei chiedo di elencare quali sono i nostri privilegi,generalmente a questa domanda non c’è mai risposta.
“Se domani dovesse andare a malpensa puo scegliere tra taxi,ncc, mpx express e shuttle…questa lei come la chiama? Io concorrenza.”. Se non c’è paura della concorrenza e visto che app simili ci sono già, nessun problema no?
Il privilegio del taxista? Lavorare in un mercato regolamentato, dove non c’è concorrenza.
In un mercato dove esiste obbligo di prestazione e tariffa imposta, non ci potrà mai essere libera concorrenza, così in Italia come nel resto del mondo…prima ve lo mettete in testa meglio é… Si chiama SERVIZIO PUBBLICO!! E con le leggi attuali é ( come giusto che sia) al riparo dalla concorrenza ( interna per lo meno) …grazie e buona serata
Il fatto che sia un mercato oligopolistico non lo rende nè un modello buono nè un modello che non si può cambiare. ci sono mille modi per introdurre la concorrenza: tariffa fissa ma vincoli di qualità (ad esempio solo auto minori di 5 anni o 150mila km, solo segmento C e superiore, solo attesa non superiore a 10 minuti, etc), tariffa fissa ma licenze libere (stimolando concorrenza sulla qualità) fino ad arrivare a modelli diversi totalmente aperti (regole di qualità fissa, licenza libera, prezzo massimo imposto, prezzo minimo concorrebziale). quindi ben vengano iniziative tipo Uber che cercano di scrostare un mercato così
A questo punto é inutile continuare nella discussione. Lei non ha la benché minima conoscenza di economia. Come può un mercato reggersi con l’offerta libera ( licenze libere ) e domanda fissa? Buona serata
Domanda fissa? Io magari non so nulla di economia nonostante l’università, ma almeno non le sparo così grosse 🙂