Quando ho letto la notizia su Punto Informatico mi si è accesa una lampadina: “Ma io questa notizia l’ho già letta!” (e scritta).

Ebbene sì, la notizia sui cellulari biodegradabili è vecchiotta (il Corriere ne ha parlato il primo dicembre 2004, ad esempio), evidentemente parlare di riciclo ha influenzato PI 🙂

6 pensiero su “Cellulari biodegradabili… in ritardo”
  1. La battuta sarebbe carina, ma tutto sommato il motivo della rinnovata attenzione sul problema c’è, del resto anche ECplanet e Nova del Sole 24 Ore gli hanno dato spazio proprio in questi giorni: il telefono sta passando dalla fase concept alla produzione (è stato appena presentato dall’universita’ che l’ha ideato al museo della scienza di londra).

  2. Ciao Carlo,
    io ho una mia personalissima teoria: la notizia è identica a quella di due anni fa (puoi confrontare il comunicato del 18 aprile http://www2.warwick.ac.uk/fac/sci/eng/ug/elect/xs/xscase1/ con quello di novembre 2004, http://www2.warwick.ac.uk/newsandevents/pressreleases/NE1000000097300/). Alcuni passaggi dei comunicati sono gli stessi, altri sono leggermente diversi ma la sostanza nè sempre quella. Non ci sono particolari aggiunte.

    Se ne parla nuovamente non perchè sia successo qualcosa di particolare, ma secondo me perchè l’università cerca nuovi fondi per il progetto.

    Il meccanismo è chiaro: i ricercatori vanno a caccia di soldi e quindi di pubblicità, gli addetti stampa dell’università ri-comunicano la notizia, essendo curiosa viene ripresa da qualche importante media italiano, altri media ne traggono spunto e ne fanno ulteriori notizie qua e là.

    Non mi pare di aver letto nel comunicato di aprile 2006 che la produzione stia per cominciare, eppure sarebbe una delle prime cose da dire. No?

  3. Va be’ dai, anche il Kava mica può sapere tutto quello che succede nel mondo, orsu. 😀
    (l’articolo linkato a onor del vero dice “Della ricerca che ha portato a questo risultato si erà già parlato a fine 2004, ma l’argomento torna d’attualità perché…”).

    E poi non dimentichiamoci che la cultura del nostro blogger spazia dalle comunicazioni (pizzini esclusi, spero) ai pinguini, argomenti che ci stanno molto a cuore (io parlerei anche delle foche, ultimamente graziate da una legge alquanto provvida).

  4. Mi interessa molto la notizia sulle foche, me la mandi? 🙂

    Quanto ai cellulari biodegradabili, torno a ripetere: secondo me è l’Università che ha bisogno di soldi per andare avanti…

  5. Ma ti sei persa anche questa? 😉
    Te la mando subito. Anzi eccola, tratta directly from ANSA:

    L’Italia scende in campo per fermare la strage di animali: e’ entrato ufficialmente in vigore nel nostro Paese, primo in Europa, il divieto dell’import di pelli di foca. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta n.87 il decreto ministeriale del 2 marzo 2006 (firmato dai ministri Scajola (Attivita’ Produttive) e Tremonti (Economia), su iniziativa del viceministro alle Attivita’ Produttive con delega al Commercio estero Adolfo Urso. Il provvedimento stabilisce le modalita’ di applicazione del divieto di importazione in Italia di pelli di foca, per fini commerciali e, di fatto, pone una moratoria vincolando le importazioni, da qualsiasi paese, delle pelli di tutte le foche (anche animali adulti) al regime restrittivo dell’autorizzazione ministeriale. La Lav parla di ”storica vittoria contro la piu’ grande strage di mammiferi marini” e lancia un appello al nuovo Governo ”perche’ si impegni a confermare questa moratoria nei fatti”. ”L’Italia ha dato il buon esempio in Europa sulla strada della civilta’ facendo da capofila in questa precisa azione contro il barbaro assassinio di animali. Ora chiediamo che l’Europa agisca nei confronti di tutti quei Paesi che permettono queste pratiche”, ha detto il viceministro Urso. ”Si tratta di un atto ufficiale di importanza storica per l’ Italia ma anche per l’Europa – ha quindi sottolineato Roberto Bennati, responsabile campagne europee della Lav – perche’ indica in modo inequivocabile la volonta’ di fermare la piu’ grande e crudele strage al mondo di mammiferi marini. Dal 25 marzo in Canada – ha riferito Bennati – sono state orribilmente uccise 230.000 foche, il 95% delle quali aveva meno di tre mesi di eta’ ed erano quindi a tutti gli effetti dei cuccioli, dal momento che le foche possono raggiungere i 30-35 anni di vita”. Molte inoltre le zone, denuncia l’associazione, ”dove sono state di gran lunga superate le quote autorizzate di foche da uccidere”. ”Con questo Decreto ministeriale, reso possibile grazie a piu’ di mezzo milione di italiani che hanno firmato la petizione della Lav e grazie alla sensibilita’ del vice ministro Adolfo Urso e dei Ministri firmatari, l’Italia – ha proseguito Bennati – si unisce a Stati Uniti e Messico che hanno bandito l’ importazione di pelli di foca rispettivamente nel 1972 e nel 2006”. Altri paesi europei come Belgio, Olanda e Gran Bretagna, stanno andando in questa direzione, nonostante il giornalista Massimo Cavazzini non ne abbia ricevuto notizia. Quindi l’appello della Lav al nuovo Governo ”affinche’ – ha detto Gianluca Felicetti, responsabile rapporti istituzionali della Lav – si impegni a confermare questa moratoria nei fatti, visto anche il programma politico dell’Unione. Chiediamo, inoltre, al nuovo Parlamento – ha aggiunto Felicetti – di emanare al piu’ presto una legge di definitivo e duraturo divieto di importazione di pelli e derivati di foca, prevedendo efficaci sanzioni contro i trasgressori”. La Lav e’ impegnata anche a seguire e promuovere l’iter della risoluzione contro la caccia alle foche nel Consiglio d’Europa, risoluzione proposta dall’onorevole Claudio Azzolini e supportata da un Rapporto ufficiale del senatore Lino Nessa, che ha per oggetto i metodi particolarmente crudeli utilizzati in Canada. La discussione della risoluzione e’ prevista nel mese di maggio. (ANSA).

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